La contrapposizione tra didattica della conoscenza e didattica delle competenze è vissuta dai docenti come uno scontro tra modalità operative differenti.
Nulla di più sbagliato!
Conoscenza e competenza si collocano su due piani differenti, come avviene con l’ossigeno e l’acqua.
Le competenze sono un mix di capacità/abilità e conoscenze e, da sempre, qualificano gli insegnamenti: attrezzano i discenti con quanto necessario per affrontare specifiche problematiche.
Quando il mondo era culturalmente statico ed era prefigurabile lo scenario con cui i giovani avrebbero interagito al termine del loro percorso formativo, l’insegnamento per regole era la strategie vincente.
La trasmissione delle conoscenze era la finalità del sistema scolastico.
Le competenze indotte erano prive di significato.
La conoscenza, nella società contemporanea in cui tutto cambia rapidamente e la dimensione dei problemi si espande a dismisura, non può più essere la stella polare del servizio scolastico. Essa è la palestra in cui i giovani affinano le potenzialità necessarie per l’inserimento in un mondo imprevedibile.
Un cambiamento di prospettiva sconvolgente. Gli insegnamenti perdono la loro autonomia perché condividono il traguardo: la promozione e il consolidamento di capacità e di abilità.
La progettazione formativa, educativa, dell’istruzione è la strategia vincente.
I regolamenti scolastici, prima della buona scuola, dettavano regole per coordinare gli insegnamenti all’interno di percorsi d’apprendimento unitariamente finalizzati; regole che il mondo della scuola ha sistematicamente disatteso.
Il cambiamento di prospettiva, la collegialità, l’introduzione delle attività di ricerca da condurre nei laboratori, la derivante necessità di analizzare le disciplina per identificarne le potenzialità formative, l’insicurezza derivante dall’abbandono dei percorsi tracciati dai libri di testo, l’insensibilità dell’Amministrazione centrale per la nuova professionalità docente sono da collocare all’origine della trasgressione.
Per ridare efficacia al servizio e valorizzare la professionalità docente sarebbe stato sufficiente che il Ministero avesse bollato come inesistente la contrapposizione tra didattica della conoscenza rispetto alla didattica delle competenze e avesse orientato l’attività di formazione professionale in modo opportuno.
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