Didattica

Didattica della matematica: come rendere il calcolo mentale fluente?

La fluency non è solo una competenza di lingua straniera, ma anche una precisa abilità matematica. Come consolidare la fluenza nel calcolo mentale? E quanto gratifica gli alunni un calcolo mentale fluente? Molto. I bisogni profondi del bambino sono strettamente legati al concetto di fluenza (nel caso del calcolo mentale), in quanto più il calcolo mentale è fluente, più il bambinio percepisce la propria prestazione come di successo e allontana la frustrazione. . (VAI AL CORSO)

La didattica della matematica, insomma, si fa carico dei meccanismi di calcolo che i bambini e i ragazzi attuano, anche nell’ottica di offrire agli alunni esperienze emotive positive.

Quali strategie per un’efficace didattica della matematica? Come lavorare sulle strategie relative al calcolo mentale attraverso la didattica ludica?

La costruzione di conoscenze, abilità e competenze nei nostri alunni deve passare attraverso un utilizzo consapevole di tecniche evidence based – ossia di metodologie che la ricerca scientifica applicata ai problemi dell’apprendimento ha dimostrato essere valide – alla luce delle acquisizioni della ricerca neuro scientifica che, nell’ultimo ventennio, ha fatto passi da gigante.

L’insegnante può proporre ai propri allievi e alle proprie allieve esperienze ed attività progettate in modo da corrispondere ai principi che regolano l’apprendimento umano.

Il corso

A questo scopo la proposta formativa di Tecnica della Scuola: il corso Giochiamo con il calcolo mentale, in programma dal 18 febbraio, a cura del nostro formatore Loto Montina.

In questo breve corso differenti tecniche vengono declinate in pratiche realizzabili in classe da e per i docenti. Il focus è l’apprendimento delle competenze di base del calcolo mentale, ma le metodologie utilizzate, una volta che se ne padroneggino le basi teoriche e pratiche, potranno essere applicate ai più differenti ambiti curricolari.

Il percorso si sviluppa in due incontri di due ore dal carattere sia teorico che pratico. Un occhio di riguardo viene rivolto agli alunni con disturbi dell’apprendimento o con PEI, rispetto ai quali si evidenziano una serie di strategie volte alla loro piena inclusione, nel rispetto della diversità.

La didattica ludica

Particolare attenzione viene posta agli aspetti emotivi e relazionali che caratterizzano l’azione del docente e la gestione del gruppo classe. È infatti dimostrato che più le attività proposte hanno una carica emozionale e significativa per l’alunno (requisito, questo, tipico delle attività di didattica ludica), più l’alunno tratterrà informazioni nella propria memoria, attribuendo a questi nuovi apprendimenti significati tali da collocarli nelle sue reti cognitive, pronti per essere recuperati quando insorgerà la necessità.

Un’alunna che impiega tutte le proprie risorse mentali per svolgere una semplice operazione, non ancora automatizzata, potrebbe non averne altrettante per prestare la necessaria attenzione, per esempio, al meccanismo della divisione a due cifre, o a cogliere la complessità che la situazione problematica presentata le offre.

Quindi si tratta di apprendere, ossia di modificare le proprie reti neurali, per accogliere nuovi concetti, informazioni, conoscenze, che si trasformeranno in abilità applicandole a problemi concreti, fino a diventare competenti nel risolvere anche problematiche originali, mai viste prima, ma di cui si dispone di tutti gli strumenti per affrontarle. Possiamo immaginare il corso proposto come un piccolo triangolo che ha in un vertice gli abbondanti insegnamenti che ci offrono le scienze dell’apprendimento, in un altro le attività formative che di volta in volta offriremo ai nostri alunni e nell’ultimo l’attenzione agli aspetti emotivi e relazionali che possono rendere la scuola un luogo migliore, dove sia piacevole ed interessante andare. Al centro sta la nostra relazione con la classe e le mille avventure esperienziali che, ogni giorno, possiamo vivere per apprendere.

Redazione

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