Possibile fare storiografia e didattica della storia attraverso la musica leggera? Sì. Quello del rapporto tra storia e canzone è un tema al quale si accenna sempre più spesso, tuttavia il più delle volte con una certa superficialità e scarsa competenza. (Vai al corso)
Le canzoni vengono chiamate in causa per lo più per il loro potere evocativo, lasciando affiorare un passato presentato come cartolina, senza profondità, senza che l’ascolto diventi veramente un’occasione di confronto critico – oltre che emozionante e divertente – con quella dimensione del cambiamento che è tipica della contemporaneità.
In altre parole, le canzoni non vanno trattate “soltanto” come opere d’arte, ma come un vero e proprio documento storico in grado di raccontarci qualcosa della storia del nostro Paese. Compito di un educatore che voglia usare la musica come fonte storiografica, sarà quello di scovare le tracce che la storia ha lasciato all’interno delle canzoni; di valorizzare quelle informazioni presenti in esse al di là della stessa volontà dei loro autori.
Oltre a “fare memoria”, dunque, lo scopo di un simile approccio è quello di divulgare le abilità interpretative che negli ultimi decenni lo storico ha acquisito confrontandosi con le nuove fonti (il cinema, la letteratura, la televisione, la fotografia e naturalmente la canzone). E imparare a portare questi strumenti in aula, per proporre lezioni emozionanti e divertenti in cui lo studio della storia si riveli in tutta la sua importanza.
Su questi argomenti il corso La storia della Repubblica attraverso la musica leggera, in programma dal 20 ottobre, a cura di Marco Peroni.
Marco Peroni propone un percorso formativo di tre lezioni in cui le canzoni rivelano tutta la profondità del loro rapporto con la storia: come fonti per studiarla, come strumenti per raccontarla in aula, come agenti che hanno giocato e giocano tutt’ora un ruolo importante nel condizionare scelte e comportamenti collettivi.
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