Fare cinema a scuola imparando i segreti della settima arte e mettendo in pratica le nozioni di italiano, matematica, arte, musica: tutto ciò è diventato realtà in una scuola elementare di Roma, la Daniele Manin – plesso Di Donato – istituto comprensivo multietnico nel pieno del quartiere Esquilino, come riporta Il Corriere della Sera.
Qui l’arte e l’abilità di realizzare piccoli cortometraggi viene sviluppata nei bambini grazie ad un progetto finanziato dal ministero della Cultura e dal ministero dell’Istruzione, e realizzato in collaborazione con gli studenti del Centro sperimentale di cinematografia. I piccoli imparano così competenze concrete come sceneggiatori, registi, fonici, attori, scenografi, direttori della fotografia. Per non parlare delle soft skills, come l’abilità di lavorare in squadra.
“L’idea è di insegnare il cinema: è un’arte che meriterebbe di essere insegnata. E poi c’è il lavoro di squadra, che è una cosa importantissima e ha insegnato anche a loro a fare squadra in maniera diversa”, spiega la regista Susanna Nicchiarelli, che è la referente del comitato scientifico del progetto.
Queste attività coinvolgono anche i genitori degli alunni. “Vestita da fantasma per un horror-comedy? Ebbene sì”, ha detto Micole, mamma di uno di loro. “Eccolo quell’immotivato entusiasmo di cui parla Sorrentino, che tra l’altro è stato un papà di questa scuola”, ha aggiunto. La donna si riferisce, forse sarcasticamente, alle parole dette dal regista premio Oscar nel corso di una puntata dello show Call My Agent Italia nella quale interpretava sé stesso, a proposito del comportamento dei genitori durante riunioni o attività a scuola.
“Portiamo l’arte fin dai primissimi passi nei bambini -spiega Daniela Scaccia, che insegna italiano e storia- E chi critica i programmi poco standard, basti pensare che noi facciamo un’analisi logico grammaticale anche solo per scegliere il titolo del film: è così che si studia oggi”. Insomma, un modo innovativo e creativo per fare scuola e, perché no, imparare un mestiere.
“Questo progetto testimonia la dimensione proattiva dei linguaggi altri, come raccomandato dalla Commissione europea fin dal 2012, per cui la scuola ha aderito fin dai primi momenti all’istanza del Mibact, in un’ottica inclusiva che è poi la nostra la missione istituzionale”, ha affermato la dirigente scolastica Manuela Manferlotti.
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