“Ci siamo dimenticati che il nostro Paese ha introdotto, nel Novecento, un`innovazione che dobbiamo riscoprire in chiave digitale: ‘il metodo Montessoriano’: più soft skills, creatività, attitudine alla personalizzazione e alla capacità di avere sempre chiara la ‘big picture’, maggiore solidarietà e rispetto, un profondo senso etico e una condizione di meritocrazia che non significa sopraffazione bensì merito autentico”. A promuovere quello che è già stato ribattezzato il metodo Montessori 2.0, è Maximo Ibarra, amministratore delegato Wind e titolare della cattedra Digital Marketing & Strategic Marketing alla Luiss di Roma, in un intervento su Affari&Finanza (Repubblica) del 29 giugno.
“Il sistema formativo dovrà prestare, quindi, molta attenzione all`unicità ed al talento per valorizzare i pregi di ciascuno ed evitare la standardizzazione della conoscenza. Questa deve essere, la priorità assoluta dell`Italia a partire da oggi. Senza perdere tempo”, sostiene Ibarra.
L’esperto di Marketing digitale, inoltre, sostiene che “il digitale e le tecnologie esponenziali hanno innescato una rivoluzione di ampie e significative proporzioni in grado di trasformare significativamente la nostra società. Nuovi valori si affermano in un futuro che non può essere, però, di sola tecnologia. E dunque sarà ancora fondamentale, anche nella digital society, la centralità delle persone, con le sue competenze, con la sua formazione e con il suo bagaglio di esperienze. Per queste ragioni lascuola avrà ancora un ruolo fondamentale nel percorso di crescita dei sistemi sociali”.
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L’accademico, che conosce da vicino le nuove tecnologie, ha tenuto ad aggiungere che c’è uno “spazio illimitato che si sta aprendo di fronte a noi: nella medicina, nelle nanotecnologie, neuroscienze, nella robotica, nei campi dell`intelligenza artificiale e del computing science. Siamo a un bivio e dobbiamo mettere insieme le migliori intelligenze del nostro Paese per innescare una rivoluzione strategica del modo di intendere la formazione e superare l`attuale sistema formativo improntato al nozionismo, alla conoscenza verticale, per ‘silos’, all`intelligenza solo ‘tecnica’ e non emotiva e sociale”.
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