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Didattica informatizzata, è boom: ormai la adottano 3 prof su 4

La storia degli insegnanti italiani tra i meno informatizzati d’Europa è ormai alle spalle. E non si può più parlare di controtendenza: oggi per tre docenti su quattro l’uso delle nuove tecnologie è ormai una consuetudine, tanto che “la didattica in ambiente digitale diventa sempre più un’esperienza sistematica e non un evento episodico“. A sostenerlo è stato l’Isfol, il 19 maggio, in occasione del seminario realizzato con Assotelecomunicazioni-Asstel, sul tema “Internet cambia il lavoro”. Attraverso un’indagine sull’e-learning realizzata con il ministero dell’Istruzione, l’istituto di formazione dei lavoratori ha anche rilevato che il 73,7% dei docenti adotta una modalità d’uso complessa delle nuove tecnologie, mirata a produrre ed erogare il materiale didattico in modo integrato.
L’Isfol è andato anche ad indagare sul rapporto dei giovani con le tecnologie. Ebbene, a differenza dei docenti, in questo ambito esistono ancora forti correlazioni tra lo status socio-culturale e il divario digitale: più è basso è il livello culturale del padre e dello stesso giovane più è bassa l’utilizzazione delle nuove tecnologie. Esiste ancora una significativa percentuale di ragazzi (47%) che usa il computer e la rete in maniera sporadica, con percentuali più alte tra le femmine e tra chi vive nel Mezzogiorno. C’è poi un ultimo dato su cui il mondo dell’istruzione dovrebbe riflettere: il 70% dei giovani, infatti, è ancora ‘autodidatta digitale’.”Si profila quindi un nuovo impegno da parte della scuola – osserva l’Isfol – nel migliorare le modalità d’uso delle Ict, favorendo l’integrazione tra intrattenimento, socializzazione, comunicazione e apprendimento“.
Lo studio dell’Isfol ha anche scandagliato altri ambienti, non necessariamente legati alla formazione: in generale, è emerso che circa il 60% degli occupati italiani utilizza le tecnologie dell’informazione. Le percentuali più elevate di diffusione e competenze ad alto livello si registrano tra i professionisti specializzati ed i tecnici; mentre per gli impiegati l’uso delle tecnologie rimane a livello ancora troppo elementare. Lo stesso vale per dirigenti e imprenditori: secondo l’Isfol la scarsa dimestichezza che la classe dirigente sembra avere con le tecnologie dell’informazione “evidenzia i limiti nell’adattarsi alle logiche di analisi e di comunicazione della realtà moderna“. Insomma, alla luce di questo quadro sembrerebbe proprio che i tanto criticati docenti, spesso accusati di svolgere il loro lavoro senza il dovuto impegno e professionalità, siano invece molto più propensi ai cambiamenti dei quadri dirigenziali e direttivi. Vogliamo scommettere che l’avanzare del digitale, oltre che ad agevolarci la vita, farà emergere anche verità sinora nascoste dietro facili luoghi comuni?
Alessandro Giuliani

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