Gli ambienti di apprendimento sono in costante mutamento, le tradizionali aule con lavagne di ardesia si stanno da tempo trasformando in luoghi attrezzati con lavagne interattive e connesse, con postazioni mobili, che favoriscono la collaborazione tra gli studenti. Il docente del XXI secolo è, insieme ai suoi allievi, protagonista di una nuova modalità di vivere il rapporto tra apprendimento e insegnamento, nella prospettiva di favorire le competenze degli apprendenti, uscendo da una didattica trasmissiva e passiva, per promuovere azioni dinamiche ed efficaci. (VAI AL CORSO)
Per meglio comprendere come l’insegnamento interagisce con l’ambiente in cui si svolge e come tutto questo lo alimenta, è necessario per tutti i docenti, quelli in servizio e quelli che si preparano alle prove di concorso, conoscere più da vicino gli aspetti pedagogici che sono alla base del rapporto tra insegnare e apprendere. La proposta formativa che si lancia è quella che riguarda i luoghi del sapere, da diversi punti di vista, oltre a fornire risorse e una serie di riferimenti bibliografici e sitografici aggiornati.
Su questi argomenti il corso e-learning Ambienti di apprendimento innovativi, a cura di Carmelina Maurizio.
Si partirà da una prospettiva diacronica, sollecitando l’attenzione di coloro che intendono formarsi sui paradigmi pedagogici, da quelli che nel tempo hanno sostenuto il sapere trasmissivo fino a quelli che da decenni ormai propongono modalità interattive e collaborative. Qual è dunque in questo contesto in rapido mutamento il ruolo del docente? E quale quello degli apprendenti, se si esce da una dinamica puramente trasmissiva? Il corso online andrà nel primo incontro ad indagare i nuovi paradigmi pedagogici per poter rispondere a queste domande, anche con esempi di ambienti innovativi in Italia e in Europa.
E per conoscere più da vicino questi ambienti, si esamineranno i loro punti di forza e di criticità, cominciando con le Classi 2.0, le prime a integrare nuovi e vecchi modelli della didattica, per arrivare alle Classi 3.0, che seppure poco diffuse, hanno segnato laddove sono state installate un vero e proprio cambiamento culturale e pedagogico. Si parla anche di Classi 4.0, al momento pochissime e attive in contesti di formazione aziendale: saranno parte del futuro della didattica? Proviamo a scoprirlo.
L’aula può essere reale e virtuale ed entrambe le cose, quando infatti entra in gioco il BYOD, oggetto del secondo dei tre incontri online previsti, i due ambienti si mescolano e il digitale, con le sue spinte innovative capovolge gli schemi e crea nuovi setting. Spiegare il BYOD in breve non esaurisce ciò che un docente potrebbe acquisire da questo metodo, che valorizza l’integrazione tra reale e virtuale, promuovendo competenze, sia per i docenti che per gli studenti, di qualunque età, tuttavia inserito in questo contesto può motivare gli insegnanti a saperne di più.
E non c’è solo il BYOD, infatti da qualche anno la Flipped Classroom, Classe Capovolta, è diventata molto popolare, al punto che in Italia vi è una vera mappa di scuole capovolte. Ma di cosa si tratta? Quali sono gli aspetti pedagogici della Flipped Classroom? Il corso online vuole fornire indicazioni chiare e soprattutto sgombrare il campo da interpretazioni non veritiere dell’approccio capovolto, che se ben usato può davvero rivoluzionare positivamente la didattica.
Durante il corso online si parlerà anche del metodo EAS di Piercesare Rivoltella, che propone un’evoluzione della Flipped Classroom, fornendo ai docenti strategie strutturate, basate sulla didattica situata, rivolte anche in questo caso sia a docenti in servizio, che potranno così sperimentare gli EAS, Episodi di Apprendimento Situato, sia a chi sta preparando le prove di concorso, che potrà conoscere più da vicino il metodo innovativo.
Al termine del percorso formativo, pertanto, il docente saprà riconoscere i paradigmi pedagogici della didattica innovativa e orientarsi nelle strategie didattiche da utilizzare in nuovi ambienti, ma potrà anche promuovere e creare idee innovative per i propri studenti, collaborando con altri docenti per creare buone pratiche nella propria comunità scolastica.
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