L‘attenzione e la concentrazione degli studenti in classe costituiscono fattori determinanti per il corretto apprendimento a scuola, ma il coinvolgimento degli studenti deve avvenire monte, sgombrato il campo da possibili “interferenze comunicative” dal punto di vista relazionale. (VAI AL CORSO)
Alla base di una richiesta di attenzione e di concentrazione, cioè, vi è una comunicazione efficace del docente. Solo a seguire l’insegnante potrà catturare l’attenzione degli studenti e soprattutto mantenerla.
Per raggiungere questi obiettivi l’insegnante dovrebbe porsi alcune domande, ad esempio: “Cosa occorre sapere, da parte di chi insegna, sui meccanismi psicologici dell’attenzione e della disattenzione, per intervenire più efficacemente su queste variabili, a vantaggio dell’apprendimento degli studenti? In che modo l’attenzione si collega alla crescita e alla strutturazione dell’identità? Che caratteristiche ha il docente che sa “tenere viva” l’attenzione della classe? Quali approcci e strategie possono essere più efficaci per favorire il processo attentivo negli studenti?”
Certamente il docente è chiamato a individuare tipologie di attenzione, criticità ed errori di studio che coinvolgono maggiormente l’attenzione degli studenti, oltre a riconoscere le dinamiche del rapporto fra attenzione ed emozioni, motivazione e percorso di crescita e lavorare consapevolmente su queste.
Inoltre bisogna imparare a sviluppare negli studenti competenze meta-cognitive e meta-attentive (riflessione, autoregolazione), oltre a disegnare la propria didattica tenendo conto delle tipiche difficoltà di attenzione e le varie fonti di distrazione degli studenti.
Su questi argomenti il corso L’attenzione e la concentrazione degli studenti scuola e nello studio, in programma dal 15 giugno, a cura di Giovanni Morello.
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