Cos’è il debate e come usarlo in classe con i più piccoli, nell’ambito della scuola primaria? Il debate è una procedura didattica particolarmente efficace nel convogliare le conversazioni degli alunni all’interno di vere e proprie strategie del confronto. Un approccio molto popolare nel mondo anglosassone e statunitense, dov’è utilizzato non solo come metodologia didattica trasversale, ma anche come disciplina curricolare in ogni grado scolastico.
Il debate, in ultima analisi, è una discussione ben gestita, finalizzata alla crescita e alla maturità dell’alunno stesso, e finalizzata quindi non solo a stabilire chi ha ragione e chi torto. Lo sostiene Greta Vadini, un’insegnante di scuola primaria che nel suo percorso di scrittura della tesi ha seguito per quasi due anni l’attività didattica del debate presso l’Istituto Comprensivo “Giannuario Solari” di Loreto (AN), istituto fondatore e capofila dell’idea debate del movimento Avanguardie Educative.
Chiarisce la docente: “Il mio percorso di tesi è partito dalla volontà di trovare una pratica didattica che possa sfruttare i benefici che derivano dal saper argomentare alla scuola primaria, senza aspettare di arrivare in quinta, al testo argomentativo e quindi all’argomentazione scritta. Sebbene i bambini quotidianamente discutano, non sempre queste attività diventano prassi didattica.”
Come lavorare quindi su tale competenza in aula? Ce lo racconta direttamente la docente Greta Vatini, che ha sperimentato in classe una versione semplificata del debate definita Conversazioni libere.
“Il mio lavoro, che ha coperto un arco temporale di quasi due anni (da Giugno 2019 a Gennaio 2020) in realtà si è svolto su due piani, da un lato praticando un’attività di osservazione e valutazione di alcuni debate, dall’altro portando avanti parallelamente una pratica, che nella tesi
ho denominato “conversazioni libere”. Infatti, in accordo con il professor Pier Giuseppe Rossi, mio relatore di tesi, e la docente stessa, abbiamo deciso di sperimentare un’attività che potesse (e possa) esser fatta periodicamente, diversa e staccata dal debate ma al tempo stesso utile ad esso.
E quale modalità migliore se non quella di far parlare i bambini tra di loro, senza l’intervento del docente? Ho già ricordato che i bambini quotidianamente mobilitano le proprie capacità argomentative, fin da quando sono alla scuola dell’infanzia e per esempio devono convincere che il Tirex è più forte del brontosauro. Quindi si è deciso di sfruttare questa predisposizione naturale e dividere i bambini in coppie, in maniera del tutto casuale, e dar loro un minuto a testa per parlare liberamente di un argomento a loro scelta.”
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