Attualità

Didattica Innovativa, il metodo Peer to peer: studenti docenti per far recuperare chi è rimasto indietro

La pandemia che tutti speriamo esserci lasciata alle spalle, ci ha lasciato in eredità una evoluzione digitale complessiva della nostra società scuola inclusa. Sarebbe assurdo non ripartire dal punto in cui il lockdown ci aveva fatto arrivare, di corsa, senza preparazione per pura necessità ma di fatto accelerando un percorso che altrimenti sarebbe stato molto più lento.

Purtroppo, mentre da una parte stiamo cercando di uscire dalla pandemia, tutti noi siamo rivolti con il pensiero alla guerra in corso in Ucraina. Questo stato di incertezza incide a livello emotivo e psicologico sulla crescita dei ragazzi che, ad esempio, non hanno mai fatto una gita scolastica e questo sappiamo quanto sia importante per creare aggregazione, fare gruppo, togliere timidezza, momenti importanti che tutti noi adulti ricordiamo con piacere.

Il metodo peer to peer

Uno dei metodi innovativi applicati in alcuni Istituti come approccio sperimentale della didattica è il “peer to peer” letteralmente “educazione tra pari” una metodologia in base alla quale alcuni membri di un gruppo vengono formati per svolgere all’interno del gruppo stesso il ruolo di educatore nei riguardi di loro coetanei. Il gruppo di pari, infatti, costituisce per gli adolescenti un contesto imprescindibile per la costituzione della propria identità: gli altri fungono da agenti di socializzazione e consentono a ciascun membro della comunità di mettersi alla prova, confrontandosi e aprendosi al dialogo e all’ascolto.

Molto interessante il convegno dal titolo “Vincere la pandemia: giovani, digitale e nuovi modelli peer-to-peer” che si è tenuto mercoledì 16 marzo nell’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Perugia organizzato nell’ambito dell’insegnamento di Sociologia del corso di laurea in Comunicazione Internazionale e Pubblicitaria.(fonte orvieto news).

A chiudere i lavori è stata la presidente della Provincia di Perugia, Stefania Proietti, che ha sottolineato come la generazione di genitori e amministratori deve trovare il tempo di fermarsi a pensare come costruire il mondo di domani.

Stiamo tentando di uscire da una pandemia – ha spiegato Proietti – e ci ritroviamo con il pensiero alla guerra., capisco che tutto sta cambiando troppo rapidamente. Come sindaca e come presidente della Provincia sento forte la responsabilità di fermarmi a pensare come affrontare il futuro, che mondo proporre e che mondo lasciare ai nostri giovani“.

Lo studio ha comportato il coinvolgimento delle Scuole Superiori sul modello ‘peer-to-peer’. Nel convegno sono stati discussi metodologie e strumenti di risposta a problematiche sociali contingenti, insieme a nuovi modelli interdisciplinari di costruzione di comunità di aula in tempo di Dad.

Cosa è una formazione peer to peer

Il metodo “peer to peer” è utilizzato anche come parte importante di un efficace piano di recupero e sostegno agli studenti con difficoltà e ritardi nella preparazione. Si tratta di un’azione di mentoring da parte di un gruppo dedicato di studenti “tutor” che possono motivare gli altri all’uso delle risorse didattiche disponibili nell’Istituto. • Il mentoring è una metodologia di formazione che fa riferimento a una relazione (formale o informale) tra un soggetto con più esperienza (senior, mentor) e altri con meno esperienza (junior, mentee, protégé), al fine di far sviluppare a quest’ultimo competenze in ambito formativo o lavorativo. L’attività si configura come una forma “semi-strutturata” di didattica e di relazione tra studenti parigrado. Gli studenti tutor sono in grado di offrire un supporto concreto allo studio nonché un efficiente stimolo motivazionale.

Come è organizzata una formazione peer to peer

L’applicazione di questa metodologia prevede la presenza di un Docente coordinatore che assicura il coordinamento generale dell’attività curando il piano integrato degli interventi di recupero e sostegno e rappresenta di fatto il punto di raccordo tra gli studenti tutor e gli alunni loro assegnati. E’, inoltre responsabile della progettazione, dell’esecuzione e del controllo dell’attività, formando il team di studenti tutor, indirizzando la loro azione, offre suggerimenti, definisce e modifica secondo le esigenze il calendario degli incontri formali, facilita e stimola lo svolgimento dell’attività, valuta l’attività una volta conclusa

Team studenti tutor sono gli studenti tutor e quindi le figure chiave che svolgono l’attività sotto il controllo del docente coordinatore. Di solito sono suddivisi in ambiti disciplinari sulla base delle competenze acquisite nel percorso scolastico. Infine, completano il quadro organizzativo il resto dei docenti che hanno l’obiettivo di assicurare il necessario supporto nella diffusione delle informazioni nelle proprie classi e nella motivazione a svolgere l’attività di tutor.

Dino Galuppi

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