Dai due grandi classici americani, “Lo spaccone” e “Il colore dei soldi”, fino al nostro – anche se meno internazionale – “Io, Chiara e lo Scuro”, sono tantissimi i film con protagonista assoluto il biliardo. Dal cinema alla scuola il passo non sembra poi così breve… Eppure, tavoli, stecche e gessetti hanno fatto il loro ingresso in un Istituto di Bari: come riportato, infatti, dalla redazione barese del quotidiano La Repubblica, all’Istituto Tecnico Tecnologico Panetti-Pitagora di Bari, la fisica si fa giocando a biliardo. Pool Billiard, per l’esattezza, quello americano con le buche.
Come dichiarato a Repubblica dal docente referente del progetto, si tratta di un laboratorio sperimentale rivolto agli studenti del primo, secondo e terzo anno, organizzato dalla scuola in collaborazione con un’accademia di biliardo e finanziato dalla Federazione italiana sport biliardo e bowling. Quindici incontri in tutto, da gennaio a maggio, e una sfida di fondo: imparare la fisica giocando al biliardo. Nel video di Repubblica TV si vede un istruttore di biliardo che indica le biglie ai ragazzi e dichiara in quale buca ciascuna di loro entrerà. Dopo il colpo – perfetto – entra in scena il docente di fisica che chiede ai ragazzi di raccontare cosa succede nel terzo principio della dinamica e come il colpo del maestro potesse in qualche modo dimostrarlo.
“Se la biglia battente – chiede il professore agli alunni – colpisce la biglia oggetto, questa riceve una forza, ma la biglia oggetto applicherà che cosa alla biglia battente?………”. “La stessa forza ricevuta” risponde prontamente un ragazzo.
In effetti, il terzo principio della dinamica dice che “per ogni forza che un corpo A esercita su un altro corpo B, ne esiste un’altra uguale, in modulo e direzione, e contraria in verso, che B esercita su A.”
E così via, di colpo in colpo e di buca in buca, gli studenti hanno un’idea concreta della fisica attraverso il gioco del biliardo.
“Il tavolo da biliardo – continua il docente – è per noi un laboratorio a cielo aperto per l’apprendimento della fisica, perché i ragazzi, attraverso il gioco, possono fare esperienza diretta dei fenomeni fisici. E quindi, grandezze come la quantità di moto, l’impulso, la composizione dei moti, la somma vettoriale delle grandezze fisiche, vengono apprese giocando e poi analizzate al rientro a scuola”.
Un’esperienza interessante, perché sempre più spesso ci si confronta a scuola con la perplessità degli alunni che stentano a comprendere “a cosa servano” certe materie come la matematica o la fisica. Sono, dunque, le benvenute tutte le esperienze che interessano e stimolano la curiosità e la motivazione dei ragazzi, permettendo loro di capire dal vivo – anche attraverso una stecca, una pallina e un tavolo da biliardo – che la fisica e la matematica non sono poi così lontane dalla nostra vita quotidiana.
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