Se volessimo darne una definizione il più possibile corretta, potremmo dire che la didattica museale è l’insieme delle metodologie e degli strumenti utilizzati dalle istituzioni museali e da quelle scolastiche per rendere accessibile a un pubblico sempre più vasto, anche di giovane e giovanissima età, ogni tipo di esposizione culturale.
Il suo compito, come suggerisce la docente universitaria e storica dell’arte Valeria Barboni, è “ravvivare il dialogo tra i visitatori e gli oggetti musealizzati, rendendo attivo quel processo emozionale e conoscitivo che rappresenta il presupposto indispensabile per una piena comprensione e valorizzazione dei musei”.
Gli studenti, insomma, devono abbandonare l’idea – guidati dai loro docenti e dagli esperti delle istituzioni museali – che il museo sia un posto polveroso, noioso, che poco ha da dire ai giovanissimi. Deve, al contrario, essere percepito come un luogo aperto, una struttura educativa che ha il compito di fare emergere i bisogni di cultura inespressi e latenti nella società odierna. Un ribaltamento dell’ottica insomma, che fa del museo un essere vivente, il cuore pulsante del tessuto culturale di una comunità.
Oggi la didattica museale non è più una novità, ogni museo ha la propria sezione pedagogica che collabora con le scuole del territorio per proporre agli studenti percorsi attivi di storia dell’arte e, reciprocamente, per ricevere proposte da parte dei docenti di storia dell’arte su possibili itinerari da svolgere in partenariato.
In particolare, uno dei musei più dinamici su questo versante è la Galleria degli Uffizi di Firenze, il cui Dipartimento per l’Educazione ha compiuto 53 anni di vita. Era il 1970, infatti, quando l’insigne studiosa di storia dell’arte, Maria Fossi Todorov, lo istituì, affermando nel suo discorso introduttivo che “I fini e i metodi della Sezione Didattica degli Uffizi sono quelli di fare opera di formazione e non di informazione”. Mezzo secolo dopo, la responsabile di oggi, Silvia Mascalchi, nella sua lettera ai docenti all’inizio di quest’anno scolastico, sottolinea l’importanza della sinergia scuola-museo ed espone i vari atelier predisposti per fasce d’età: da “Il mio primo museo”, per i bambini delle scuole primarie, a “Il Rinascimento a Firenze” pensato per i ragazzi più grandi, passando per “Al museo con l’inglese”, che integra didattica dell’arte e apprendimento dell’inglese. Gli Uffizi, inoltre, propongono alle scuole secondarie superiori, percorsi di PCTO: in collaborazione con l’USR Toscana, “Ambasciatori dell’arte” è un’esperienza conoscitiva e lavorativa attraverso cui i giovani potranno prendere coscienza dei valori del patrimonio culturale italiano, perfezionare le loro competenze storico artistiche e comunicative ed entrare in contatto con specifiche professionalità del mondo dei beni culturali.
Ultima notizia: proprio in questi giorni, a ulteriore riprova del suo interesse per le giovanissime generazioni, la Galleria degli Uffizi raddoppia la quota giornaliera per le visite scolastiche negli spazi del complesso museale. Il limite massimo per il contingente, in precedenza fissato a 1.585 persone, adesso cresce a 3.600.
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