Sulla base di una ricerca pubblicata dalla Comunità di Sant’Egidio, a Roma più del 60% dei bambini (su un campione di 800 iscritti di cui 44 nelle scuole primarie) tra i 6 e i 10 anni è rimasto senza lezioni online, da qui l’appello del presidente: “Sia colmata quella povertà educativa che si è creata a causa della pandemia. Didattica nei mesi estivi”.
E aggiunge: “Lancio un appello al mondo della scuola, ai docenti e agli educatori, perché nei mesi estivi si apra una risposta educativa su base volontaria per bambini vulnerabili o con bisogni educativi speciali e sia colmata quella povertà educativa che si è creata a causa della pandemia”.
“Alcuni bambini, particolarmente i più vulnerabili, non hanno goduto appieno di questo diritto e quindi è giusto che recuperino quella parte di diritto che è stato loro tolto dal virus. Dobbiamo guardare a questi mesi anche con gli occhi dei bambini che hanno resistito in questa difficilissima situazione. Perciò rivolgo un appello su base volontaria a tutti coloro che si occupano di scuola: maestri, insegnanti, dirigenti scolastici, educatori, impiegati nelle cooperative, volontari e famiglie”.
“Spero che il governo e il ministero dell’Istruzione possano tener conto di questo appello, che viene da una Comunità che ha fatto del volontariato e dell’impegno gratuito il suo punto di forza, affinché siano aperti tutti gli spazi possibili nelle scuole e sia data la possibilità di operare a tutti coloro che, su base volontaria, volessero contribuire alla creazione di una scuola a piccoli gruppi”.
A molti di questi sono stati assegnati compiti senza spiegazioni o inoltrate comunicazioni sul registro elettronico o whatsapp senza la possibilità che potessero essere recepite. Circa 1 bambino su 2 per due volte a settimana svolge un’ora e mezza di lezione” ha sottolineato il presidente della Comunità, illustrando i dati dell’indagine svolta a Roma.
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