Attualità

Didattica on line, lavorare per nodi concettuali

La didattica a distanza, lasciata per anni a margine dalla scuola italiana e utilizzata soltanto per alcuni casi di istruzione domiciliare oppure ospedaliera, da quando è scattata la sospensione delle attività didattiche è venuta prepotentemente alla ribalta.

Del resto non c’era molto da scegliere, le scuole dovevano trovare strade alternative per non lasciare gli studenti nel bel mezzo dell’anno scolastico senza una guida e senza indicazioni per proseguire in qualche modo il cammino di apprendimento probabilmente fino alla fine dell’anno scolastico. Quindi merito ai docenti e ai dirigenti, ma anche agli studenti e alle loro famiglie, che prontamente hanno risposto, se immediatamente sono stati attivati gli strumenti per continuare a distanza il lavoro didattico.

La didattica a distanza, comunque, come si è detto da più parti, non può essere improvvisata da un giorno all’altro, né basta la conoscenza di alcune esperienze consolidate a livello internazionale, specialmente nell’ambito universitario o della formazione degli adulti, per poterle trasferire nel contesto della scuola italiana, tanto meno sembra realizzabile potere insegnare a distanza con le stesse modalità della didattica in presenza.

Sarebbe impensabile tentare di spiegare per esteso una tematica o un argomento come si fa in aula, sia perché non tutti gli studenti possibilmente sono collegati, e quelli che lo sono non potrebbero reggere ore e ore davanti a un computer ad ascoltare le lezioni di tutti i docenti, e sia perché è difficile improvvisare un ambiente di apprendimento online, specialmente se non si hanno esperienze significative in merito, e, di conseguenza tenere desta l’attenzione degli studenti.

Quindi è auspicabile che i docenti procedano per nodi concettuali, enucleando e mettendo in evidenza i concetti fondanti della struttura disciplinare, cioè i concetti che qualificano la disciplina nei suoi significati più autentici, secondo quello che viene denominato statuto epistemologico, allontanando in tal modo il rischio dell’apprendimento mnemonico e superficiale e favorendo l’attivazione dei processi di metacognizione.

Lavorare per nodi concettuali, modalità che continua a rivelarsi molto valida nella didattica in presenza, sta dando buoni frutti anche nella didattica a distanza e sarà utile, pertanto, anche per un auspicato ritorno degli studenti tra i banchi di scuola. Quindi, evitare di inserire materiali didattici scollegati anche con le altre discipline, perché favorirebbe un apprendimento di tipo mnemonico, ma, in coerenza con la programmazione di classe, se già strutturata in tal modo, e con i profili in uscita degli studenti secondo le Indicazioni Nazionali e le Linee Guida, inserire in piattaforma nodi concettuali e materiali di lettura che possano favorire la riflessione e l’apprendimento significativo.

I docenti, compatibilmente con le risorse in possesso degli studenti, possono brevemente chiarire i nodi concettuali che inseriscono di volta in volta in piattaforma, contestualizzarli e collegarli, e lasciare agli alunni il tempo necessario per lo studio e l’approfondimento degli stessi, rimandando al successivo incontro online la spiegazione degli aspetti poco chiari o le indicazioni per ulteriori approfondimenti. Inoltre, per continuare a dare agli studenti l’idea concreta che il consiglio di classe proceda in coerenza con la programmazione, anche se necessariamente essa dovrà essere modificata, alla luce dei fatti, che i docenti procedano all’unisono e ancorati ai traguardi attesi, sarebbe opportuno, magari da parte del coordinatore di classe, creare una mappa concettuale con un focus condiviso su una o due competenze indicate nel Profilo in uscita e attorno ad esso man mano inserire i nodi concettuali delle discipline. Questo consentirebbe di anche di conoscere in tempo reale come il consiglio di classe sta procedendo ed eventualmente di aggiustare il tiro, se necessario.

In linea generale questa è la metodologia della classe capovolta, o come si preferisce definire, flipped classroom, che prende spunto da esperienze validate negli anni dalle migliori università internazionali e da qualche anno è utilizzata con successo in alcune scuole del nostro territorio. Una metodologia molto valida perché trasferisce agli studenti in modo significativamente maggiore, rispetto alla didattica tradizionale, la responsabilità del processo di apprendimento/insegnamento e li motiva all’approfondimento personale e alla condivisione delle conoscenze via via maturate.

Anna Maria Di Falco

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