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Didattica online, la scuola non si ferma

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E’ arrivato come un fulmine a ciel sereno, si è propagato alla velocità della luce, ha portato con sé morte, sofferenza e tanta paura. In pochi attimi tutto è cambiato. Ospedali in panne, trasporti fermi, negozi chiusi, partenze e arrivi bloccati, SCUOLE CHIUSE. Sì, proprio così, scuole chiuse fino al 3 Aprile, ma il sospetto che la chiusura si protragga è quasi certezza.

Primi istanti di sgomento, poi… movimento dissennato, disordinato, forse caotico, alla ricerca di una soluzione che consentisse alla Scuola di continuare a funzionare, evitando, così, di far perdere agli allievi tempo “opportuno” per l’apprendimento, occasioni irripetibili di crescita.

E allora, come è tipico di chi si rialza dopo una caduta e con qualche difficoltà iniziale riprende a camminare, la Scuola è ripartita, ha riacceso i suoi motori, ha dato fondo alle migliori energie e ha ripreso la sua attività, ricercando, sperimentando, tra errori e difficoltà, nuove opportunità per non lasciare soli gli studenti, per ridare loro una parvenza di normalità, per continuare un dialogo che questo nemico invisibile, impercettibile come un soffio, ha cercato di fermare.

La chat dell’Istituto “Majorana – Cascino” è divenuta il luogo di scambio di idee, video tutorial per lezioni a distanza, suggerimenti per piattaforme didattiche che affiancassero quella di Argo Scuola Next, vetrina di nuove scoperte da comunicare ad altri, ma anche bacheca di nuove esperienze socializzate con un pizzico di sano e consapevole narcisismo.

Nessuno di noi si è tirato fuori dal gioco, anzi ha cercato, con grinta e determinazione, di imparare velocemente, sfruttando ogni momento del tempo in casa per acquisire una migliore competenza informatica che consentisse a noi, docenti della vecchia generazione,  di “non sentirci inadeguati” alla modernità e alla eccezionalità della situazione vissuta.

Abbiamo subito creato, su indicazione della nostra Dirigente, chat di gruppo su whatsapp con Consigli classe, gruppi-classe studenti, classi virtuali su weschool, approfondito alcune funzionalità del portale Argo che non conoscevamo, avviato i meeting a distanza su Skype, Webex, Jitsi, concordato lavori multidisciplinari che coinvolgessero più docenti dei Consigli di classe, promosso iniziative e gare con premi per gli studenti che accettassero le sfide dell’innovazione e delle proposte culturali, potenziato le pubblicazioni sul giornalino scolastico on line, con sezioni speciali per coinvolgere gli allievi più distratti, ma impegnati nel sociale.

Insomma, nessuno di noi si è lasciato travolgere da un cambiamento epocale, inatteso, anzi, al contrario, si è speso senza risparmio, pur tra le difficoltà di connessioni talvolta assenti o ancora lente, che non consentono  la facile interazione di gruppo tra docenti e studenti e una strumentazione tecnologica non sempre presente nelle famiglie degli studenti.

Ci stiamo affannando senza sosta, forse esagerando nel tentativo di far meglio, far tanto, e non lasciare che il tempo dei nostri allievi rimanga “libero”, “troppo libero”. Dovremmo far tesoro della saggezza di quel motto antico “festina lente”, affrettati lentamente, che ci invita a dar valore alla lentezza, alla riflessione, soprattutto quando, in questa situazione di estrema gravità per il nostro Paese,  ci troviamo a condividere con i nostri studenti ansie e preoccupazioni.

Non possiamo negare quanto ci manchi la Scuola reale, quella nelle classi, quella dei sorrisi che nascondono tristezze, degli sguardi e delle risate, delle voci in diretta e dei rimproveri, insomma quella Scuola che è emozione, in una parola vita!

               Cristina Alessi   

Mi piace riportare, a conclusione della mia riflessione, alcune considerazioni raccolte nel dialogo a distanza con i miei studenti

  • “La “didattica a distanza” potrebbe essere utile per lo studente per i seguenti motivi: trovandosi a casa potrebbe sentirsi più a suo agio e potrebbe scegliere un momento appropriato per seguire la lezione, d’altro canto, però, questo tipo di didattica non può in alcun modo far confrontare lo studente con gli altri, quindi il suo apprendimento sarà più lento. (Federico)
  • So bene che la “didattica a distanza” non è come andare a scuola, però penso che sia molto utile, perché in questo modo non perdiamo il ritmo con lo studio. Ho apprezzato  i compiti con  i documenti che coinvolgono diverse materie, in modo tale da svolgere un’unica traccia con diverse fonti. (Denise)
  • In questo difficile momento in cui ci troviamo, questo nuovo metodo di ‘didattica a distanza’ è innovativo ed efficiente. I professori ci assegnano lavori da fare a casa, ci indicano le pagine sui libri, e ci seguono con le lezioni online. Questo ci permette la prosecuzione degli studi a distanza. E’ vero che stiamo lavorando molto a casa, però, non stiamo raggiungendo i livelli che potremmo raggiungere stando tutti in classe, prestando attenzione alle spiegazioni dei professori. (Giovanni)
  • Questi giorni tristi e difficili che stiamo attraversando ci stanno dando prova del fatto che la connessione, se usata per il giusto scopo, può non sostituire la relazione ma moltiplicarla. La dimensione virtuale, in questo momento, non ci sta allontanando dalla realtà ma ce ne sta facilitando l’accesso. Mi preme, però, affermare che la cosiddetta “didattica a distanza” deve servire da supporto e aggiunta alla didattica classica, ma non può sostituirla. Penso sia opinione di tutti, docenti e studenti, che una videochiamata non può restituire il piacere del contatto umano. Dunque, ritengo che la didattica a distanza, che ci sta aiutando con un problema, quello della chiusura delle scuole, sia una conquista di cui possiamo e dobbiamo beneficiare, ma senza che ciò ci induca a trasformarla da una soluzione “temporanea” ad una “permanente”. (Giulia)
  • L’idea della didattica a distanza è un’idea in sé né buona né cattiva. È ovvio che le lezioni devono in qualche modo andare avanti, ma quanto sono efficienti queste lezioni? È chiaro che dietro uno schermo la capacità di apprendere si riduce, anche il dialogo, si crea confusione e spesso risulta impossibile connettersi, nulla può sostituire il contatto visivo con i professori e la socialità con i compagni. Un po’ come nella scuola privata, siamo isolati e ridotti all’individualismo. Tutto questo ci indebolisce, nulla può equiparare la scuola vera e propria. (Arianna)
  • La “didattica a distanza” penso che sia un buon metodo relativamente efficace qualora gli alunni siano impossibilitati a recarsi a scuola, ma se si pensa che questa modalità possa sostituire la vera e propria didattica scolastica, a mio parere il sistema scolastico farebbe una vera e propria involuzione. (Vincenzo)
  • La “didattica a distanza”, purtroppo, non mi piace, perché non c’è cosa più bella di avere di fronte il proprio insegnante, interagire con lui, porre domande e avere risposte in un tempo immediato, stare a contatto con i tuoi compagni con cui cresci e migliori le tue conoscenze. La scuola e la figura dell’insegnate sono indispensabili per la corretta formazione degli studenti e non possono essere sostituiti da computer, siti online o dalle lezioni via Web, se non per motivi eccezionali come quelli che stiamo vivendo adesso. (Noemi)
  • La “scuola a distanza” presenta pro e contro. I pro sono proprio i tempi di partecipazione alle attività, perché stando a casa possiamo svolgere tutti o quasi i compiti assegnati, non siamo legati da intervalli temporali e possiamo  svolgerli quando vogliamo.  Di contro c’è l’assenza del confronto docente/alunno, manca proprio il contatto. Si riscontrano le difficoltà tecniche di chi non conosce bene i programmi informatici, ma anche applicazioni che non funzionano bene. Inoltre, anche da parte dei docenti non c’è il continuo monitoraggio sull’apprendimento nei confronti degli alunni. Io penso che questa “scuola a distanza” sia molto utile nelle eventuali emergenze, però non adotterei mai questa metodologia, non farei uno scambio con la vita normale e quotidiana di tutti i giorni in classe. (Irene)
  • Per quanto riguarda l’attuale didattica a distanza ritengo che non sia un’ottima tecnica di insegnamento, perché comporta il repentino utilizzo del computer e dello smartphone per studiare. Personalmente mi arreca fastidio alla vista e alla testa e a lungo andare potrebbe danneggiare la persona. Allo studio digitale io preferisco di gran lunga lo studio tradizionale, il poter sottolineare i libri e il poter interloquire di persona con professori e studenti. (Ludovica)