La didattica laboratoriale prevede in questi ultimi anni metodologie didattiche innovative legate alle materie di base attraverso anche un ripensamento dello spazio di apprendimento.
A tale fine possono essere sviluppate tecniche quali, ad esempio, il debate (due squadre di studenti che dibattono su un argomento fornito dall’insegnante), la flipped classroom (“classe capovolta”, cioè la lezione tradizionale che diventa compito a casa e il tempo in classe usato per attività collaborative e laboratori) e il coding (la capacità di dominare le tecnologie), con momenti di scambio di esperienze anche on line.
L’obiettivo è cercare di modificare le modalità didattiche in un’ottica di ampliamento dell’offerta formativa e di una didattica per competenze. Infatti, oggi vi sono diverse ragioni per cui l’interesse degli studiosi si è sempre più focalizzato sulle competenze:
- nella società post-industriale il lavoro è mutato rispetto al passato, caricandosi via via di contenuti di conoscenza, mentre va contraendosi l’aspetto meramente manuale ed esecutivo;
- aumenta e riveste sempre maggiore importanza l’aspetto “immateriale” del lavoro, legato a fattori come le relazioni interne ed esterne, la comunicazione, le capacità metodologiche e strategiche, la responsabilità individuale, la condivisione dei valori aziendali;
- la crescente globalizzazione del lavoro e delle relazioni economiche, con la conseguente alta mobilità delle persone, determina la necessità di reperire strumenti di “comunicazione” del sapere e saper fare delle persone diversi dai semplici titoli di studio o dai curricoli, che non sempre sono in grado di documentare ciò che le persone realmente sanno e sanno fare;
- la maggiore mobilità delle persone anche nel mercato interno del lavoro (da azienda ad azienda, da posto a posto) determina la necessità di valutare il potenziale umano per indirizzare, orientare, qualificare e riqualificare la manodopera.