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Diecimila capi di istituto alla guida dell’autonomia scolastica

 L’occasione è stata offerta dal Convegno su: “Autonomia, responsabilità, valutazione, valorizzazione della professionalità del dirigente scolastico” svoltosi ieri a Verona nell’ambito della nona edizione di Job ’99 manifestazione italiana dedicata alla scuola, alla formazione e all’orientamento.
Berlinguer ha ripercorso la logica progettuale sottesa al progetto che, attivato nel maggio 1999 terminerà nel settembre del 2000, e che permetterà ad oltre diecimila Capi d’Istituto di “guidare la riforma elevando lo standard italiano al livello europeo, trasformando la scuola della dipendenza dal centralismo nella scuola dell’autodeterminazione e della creatività. E’ stata “un’operazione di frontiera” – ha sottolineato il Ministro – che non poteva avvalersi di esperienze precedenti e che prevede che i docenti, nei prossimi mesi, continuino il corso che avrà un’impronta seminariale di discussione.
Rubinacci ha concluso corredando con cifre che hanno dato la misura, ancorché parziale, della dimensione organizzativa del progetto: diecimila capi di istituto, 263 corsi dati in affidamento su base regionale a diciotto agenzie formative per un costo complessivo di sessanta miliardi nella fase formativa, cui sta facendo seguito – dall’11 ottobre scorso – la fase di monitoraggio, valutazione e certificazione di qualità.
Al 12 novembre sono state visitate dagli organi incaricati specializzati tutte le diciotto agenzie e completato il 18% del percorso formativo. La conclusione prevista per il settembre 2000, prevede l’allineamento di formazione, valutazione e definizione delle competenze professionali.

Sono 31 mila i ragazzi di quattordici  anni che, da quest’anno, sono stati  ricondotti a scuola in seguito alla legge n.9 del 1998 che ha elevato l’obbligo della scolarità fino ai quindici anni e l’obbligo della frequenza  formativa fino ai diciotto.
A parlare di questa "grande scommessa" : Nadia Masini, Sottosegretario del Ministero della Pubblica Istruzione, Giovanni Trainito, Capo di Gabinetto del Ministero della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fiori, Vice Direttore Generale dell’Istruzione Tecnica del Ministero della Pubblica Istruzione e Claudio Gentili, responsabile del Settore Istruzione di Confindustria in una tavola rotonda su: Il nuovo obbligo scolastico: integrazione dei sistemi formativi, svoltasi a Verona il 26 novembre scorso, nell’ambito della manifestazione Job ’99.

Noti gli obiettivi della legge: combattere la dispersione, garantire il diritto all’istruzione e alla formazione, consentire agli alunni scelte confacenti alla propria personalità; in via di definizione gli strumenti.
Che possono essere i più svariati – ha suggerito Trainito – con l’unico obiettivo di restituire allo studente la sensazione di centralità ed un’approfondita conoscenza delle proprie attitudini.
E’ necessario – ha aggiunto Gentili – restituire appeal  ed efficienza alla scuola; appeal per attrarre e trattenere i giovani, efficienza quale insostituibile garanzia di equità, perchè nell’istruzione ci sia, finalmente, "qualità di massa".
L’On. Masini ha sottolineato il nesso indissolubile che lega la legge dell’obbligo scolastico e formativo alla riforma sull’autonomia, senza la quale non ci sarebbero le condizioni per cui tutte le innovazioni trovano un campo interpretativo. Dopo i nove anni di scolarità – ha ricordato – i giovani decideranno se continuare a studiare, se intraprendere un percorso di formazione professionale o se iniziare l’apprendistato.
In uno scenario – come ha auspicato Fiori in conclusione – in cui prenderanno corpo, in maniera sempre più consistente, i cambiamenti di comportamento della comunità di docenti e discenti.
Uno scenario nel quale la Scuola sappia far maturare, al suo interno, modalità per dare un’istruzione che sia: fornire strumenti, far emergere capacità ed educare alle scelte.

Romana Ciccarese

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