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Diecimila messaggi inappropriati tra lui e un’alunna 13enne, docente sospeso: era stato affiancato inizialmente da un collega

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March 06, 2025

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Il docente indagato per aver scambiato con un’alunna minorenne circa diecimila messaggi dal contenuto esplicitamente erotico è stato sospeso dall’insegnamento in via cautelare. Lo riportano Il Corriere della Sera e Il Resto del Carlino.

La decisione in via cautelare

La decisione relativa al 47enne è stata presa nelle scorse ore dall’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna ed ha effetto immediato, dal 31 gennaio, a tutela di tutte le parti, in attesa della conclusione dell’iter giudiziarioIl pm ha chiuso le indagini a suo carico e ora si attende una eventuale decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio che potrebbe arrivare nelle prossime settimane. 

Secondo la Procura, il docente avrebbe indotto la studentessa a compiere atti di natura sessuale, raccontandole le proprie fantasie erotiche. Racconti che sarebbero avvenuti sia di persona che tramite un fitto scambio di messaggi su WhatsApp. Oltre 10mila secondo i consulenti informatici del pm. 

Secondo la Procura, il comportamento messo in atto dal docente 47enne lo avrebbe portato a guadagnarsi la fiducia della vittima, tanto che si sarebbe spinto anche effusioni e atteggiamenti morbosi, come baci e carezze. A denunciare il tutto è stata la madre della ragazzina, dando il via alle indagini svolte dai carabinieri. 

Dagli accertamenti informatici su telefono, computer e tablet dell’uomo non sarebbero invece emersi file contenenti fotografie o video pedopornografici, né foto ritraenti la ragazzina in atteggiamenti intimi. Così come sono stati esclusi atti sessuali di ogni tipo.

“Cosa sarebbe successo se il telefonino non fosse stato sequestrato?”

“La misura da adottare – così l’avvocato della famiglia –, vista la gravità del reato contestato, a tutela della minore e a garanzia dell’indagato, doveva essere una sola: assegnare temporaneamente il docente ad altra mansione. Qui si è perso troppo tempo, procederemo di conseguenza per vie legali contro la scuola”.

Il docente, a quanto pare, era stato messo inizialmente a lavorare insieme ad un collega, misura che non è stata per niente gradita dalla famiglia. “Figura del tutto insufficiente e non certamente a tutela della vittima, c’è inevitabilmente interazione con lei e non è più accettabile”.

“Ho letto dalla stampa – chiude il legale – che è stato interessato anche il ministro Valditara, auspico valuti l’opportunità di mandare i suoi ispettori”. “Ma che cosa sarebbe accaduto – è l’amara conclusione della mamma della minore – se quel giorno non avessi sequestrato il telefono di mia figlia, aperto whatsapp e guardato il contenuto di quella maledetta chat con il professore?”.