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Dietro al bullismo: famiglie inesistenti, videogiochi violenti e leader negativi

Sono amare conferme quelle che giungono dall’Eurodap, l’“Associazione europea disturbi da attacchi di panico”, a proposito dei comportamenti eccessivamente ribelli dei nostri giovani: dopo aver condotto un’indagine on line su un gruppo di 600 persone l’associazione ha concluso che il bullismo deriverebbe da una mancanza di regole, a loro volta derivanti da famiglie inesistenti e dall’uso sempre maggiore di videogiochi violenti. A complicare la situazione c’è poi l’imposizione di nuovi leader negativi, quelli a cui si riferiscono sempre più spesso i ragazzi.
Quest’ultimo punto viene riassunto con precisione dal Presidente dell’associazione Eurodap, la psicologa Paola Vinciguerra: “quel che risulta preoccupante – spiega – è come sia cambiato il ruolo del vincente. Il vincente, infatti, non è come per le generazioni precedenti il buono e il coraggioso che mette a repentaglio la sua vita per difendere la vittima dal cattivo. Il vincente, oggi, è colui il quale uccide di più, ruba di più”. Non possiamo quindi meravigliarci, prosegue il Presidente dell’associazione, se i nostri ragazzi risultano aggressivi e contrari a qualsiasi forma di regola: “forse non abbiamo vigilato sull’insegnamento di validi modelli di riferimento da proporre ai giovani, su una esatta idea di come si deve essere vincenti”.
Dall’indagine dell’Eurodap è emerso anche che gli atteggiamenti aggressivi tipici del bullismo sono innanzitutto “da ricercare nella sfera familiare, poi in quella scolastica e istituzionale. La nuova struttura familiare – sottolinea la psicologa, che è anche direttore dell’Uiap, “Unità italiana attacchi di panico”, presso la Clinica ‘Paiedia’ di Roma – non è più quel solido riferimento indistruttibile. Le separazioni dei genitori sono in aumento e gli equilibri relazionali e gli schemi educativi, che vanno a determinarsi dopo la separazione, sono precari e lontani dalle esigenze dei bambini e degli adolescenti”.
Rispetto alle passate generazioni gli adulti passano meno tempo con i figli, soprattutto non dedicano tempo a spiegare e trasmettere i codici morali e stili di vita per capire i loro disagi. Cercano di rassicurarli e senza volerlo li conducono verso la trasgressione.
Secondo l’esperta diventa quindi fondamentale mettere in discussione lo stile di vita che ci viene proposto dalla modernità. “Il fare frenetico – afferma Vinciguerra – svuota le azioni del loro significato primario che dovrebbe essere quello emotivo. Le leggi che regolano la nostra cultura consumistica sono la transitorietà e l’appagamento immediato del desiderio. Per non parlare dell’uso smodato di tv, internet e videogiochi, elementi assolutamente dannosi per i bambini e gli adolescenti”.
Assieme alle famiglie è allora indispensabile che per contrastare con efficacia un bullismo sempre più imperante operino le istituzioni: il 50% di coloro che hanno aderito al sondaggio, con un’età compresa tra i 45 e i 55 anni, indica che le istituzioni, ad iniziare dalla scuola, dovrebbe meglio vigilare sui contenuti che senza alcun controllo (pregio e limite di internet) vengono proposti sull’on line. E nella lista nera dei passatempi diseducativi figurano anche attività più tradizionali, come la commercializzazione di videogiochi dai contenuti aggressivi. Il messaggio è chiaro: occorre cominciare a lavorare – ognuno per il suo “terreno” di competenza – per adottare una cultura che ripudi devianze e comportamenti giovanili distorti. Per ostacolare l’adozione di contenuti che ruotano attorno a modelli negativi. Che però in questo fanno tendenza, soprattutto su cervelli ancora in evoluzione e privi di solide basi.

Alessandro Giuliani

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