La riforma della Scuola è un tema troppo importante per essere confinato alla fine di un Consiglio dei Ministri tutto incentrato sul rilancio dell’Italia, sbloccando investimenti e i tempi biblici della giustizia: sarebbe questo il motivo per cui l’entourage di Matteo Renzi ha deciso di rinviare la presentazione delle linee guida a data da destinarsi.
Del resto, sempre da Palazzo Chigi assicurano che il premier è stato “in stretto contatto” con il ministro Giannini. Da viale Trastevere assicurano che non ci sono problemi sulla riforma: “abbiamo già consegnato il testo con le linee guida, eravamo prontissimi”, ha confidato un componente del Miur all’Ansa. Lo slittamento, ha aggiunto il ministeriale, è dovuto solo ad una scelta ‘mediatica’, per non schiacciare la riforma in mezzo agli altri due provvedimenti.
E allora cosa è accaduto per bloccare il progetto di rilancio del comparto scolastico solo a poche ore dal suo avvio? I soliti bene informati indicano le responsabilità del rinvio in seno al Colle: durante l’incontro tra i due presidenti, il Capo dello Stato sembra che abbia invitato Renzi a prendersi più tempo su una riforma così complessa e costosa come quella della scuola. Con alcuni provvedimenti forse al limite della costituzionalità.
Le fonti ufficiali indicano tutt’altro: dal Quirinale fanno sapere che nell’ora e mezza di colloquio tra Giorgio Napolitano e il premier, il presidente della Repubblica “è stato informato su giustizia e sblocca Italia”. Mentre nessun accenno sarebbe stato fatto sulla scuola.
Forse la verità sta nel mezzo: pur non entrando nel merito dei provvedimenti, Napolitano dovrebbe aver chiesto a Renzi in po’ più di tempo per confezionare provvedimenti lineari e inattaccabili: la fretta, pur comprensibile, visti i tanti problemi che ha l’Italia, rischia di rivelarsi un boomerang. Già dalle parole pronunciate la mattina del 28 agosto da Napolitano, si percepiva una certa voglia di capire cosa stesse veramente preparando l’esecutivo dopo i tanti annunci a mezzo stampa. E se dal Quirinale si ricorda che l’azione legislativa spetta al Governo e al Parlamento non è certo casuale che dall’ufficio stampa del Capo dello Stato sia uscito solo un laconico comunicato nel quale si informa che Napolitano “è stato informato sulla fase finale della preparazione dei provvedimenti, sia sulla giustizia, sia sullo sblocco di procedure attuative di misure economiche su cui si pronuncerà il Consiglio dei ministri di domani”.
Forse non è un caso che poco dopo il Governo abbia annunciato che la presentazione delle linee guida sulla scuola non faranno parte dell’agenda del già troppo corposo Consiglio dei ministri del 29 agosto: è allora probabile che il presidente abbia invitato Renzi a prendersi più tempo su una riforma così complessa e onerosa come quella della scuola. Ora però c’è da spiegarlo a milioni di famiglie, studenti e a tutti i lavoratori del comparto.
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