I lettori ci scrivono

Difendere il diritto allo studio, mettendo a rischio il diritto alla salute?

Buongiorno, alla luce di quanto è emerso poiché vissuto di persona, vogliamo render nota una situazione che riteniamo assurda in ambito scolastico.

Sicuramente si tratta di una direttiva ministeriale che ogni scuola ha fatto propria emanando relativa circolare in merito. La circolare pubblicata sul portale cui si appoggia la nostra scuola cita:

“La DDI verrà attivata solo nei casi specificamente previsti dalla recente nota congiunta sopra citata e NON a richiesta. Altresì verrà attivata SOLO per i casi previsti dalla nota congiunta (alunni positivi o in quarantena fiduciaria in numero uguale o superiore a due per classe) e secondo il protocollo DDI di istituto allegato al regolamento d’istituto. Non verrà attivata per altre tipologie di assenze”.

Quindi tradotto in termini pratici, significa che per far valere il diritto allo studio è meglio prendere il COVID o entrare in contatto con soggetti positivi, oppure andare ugualmente a scuola, magari anche con lievi sintomi facendo finta di nulla e non rispettando il patto di corresponsabilità delle famiglie con la scuola firmato ad inizio anno scolastico come purtroppo succede spesso rischiando ogni giorno di infettare gli altri perché la DDI per altre tipologie di assenze NON è attivabile.

Ma scusate: allora che diritto allo studio è?

Abbiamo gli strumenti informatici e la tecnologia che sono una risorsa importantissima, in una situazione di emergenza in cui ci troviamo, e NON siamo autorizzati ad utilizzarli? O meglio solo alcuni lo possono fare?? Allora la riteniamo una discriminazione per chi rispetta le regole di uscire il meno possibile, per chi si attiene alle norme di trattenere i figli a casa se presentano anche solo un lieve sintomo.

Quindi chi più rispetta le regole, non ha garantito il diritto allo studio!

ASSURDO: Come possono dire di difendere il diritto allo studio, mettendo a rischio il diritto alla salute?

Che sicurezza ho nella scuola se qualche bimbo ci va pure con i sintomi infettando gli altri?

E cosa è stato fatto per la sicurezza nelle scuole? Solo tante belle parole, in concreto però sono mancate le condizioni affinché la realtà si conformasse alle intenzioni!

– Parlavano di screening di massa prima del rientro, ma non è stato fatto;

– Distribuzione mascherine FFP2, ma non mi risulta vengano fornite dalla scuola;

– Potevano essere investiti soldi negli impianti di aerazione (es. VMC), ma anche lì nulla: meglio aprire ogni due per tre le finestre e rischiare di far ammalare i bimbi per il giusto e necessario cambio di aria.

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in una recente intervista ha affermato: “Il dato importante è che la scuola ha riaperto”. Si può dire allora “la scuola in presenza ad ogni costo”, ma non “la scuola aperta nella massima sicurezza!”

Sicurezza dove? Come genitori e studenti non ci sentiamo tutelati!

Virginia e Mauro con Francesco, Nicolò, Angelo, Stella Chiara, Chiara Rosa Lucia e Lorenzo Giuseppe Battista

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