Il diritto di sciopero è essenziale per la difesa di altri diritti sociali e del lavoro, e nell’ordinamento giuridico italiano è regolato dall’art. 40 della Costituzione Italiana e dalla Legge n. 146/1990 e s.m.e i.
Il primo sciopero della storia di cui si ha notizia avvenne intorno al 1150 a.C. nell’antico Egitto; in Italia nel 1900 lo sciopero a Genova resterà famoso in tutto il mondo per la grandezza, e la serietà della manifestazione; negli anni ottanta Solidarność si impose come Sindacato libero e la sua fondazione costituì un evento fondamentale nella storia non solo polacca, ma dell’intero blocco comunista, per la transizione dal totalitarismo alla democratizzazione della vita sociale e politica dei Paesi dell’Est Europeo.
Con disappunto e rabbia si apprende l’intenzione, su proposta dell’ Onorevole Cesare Damiano, di schiacciare e reprimere l’esercizio del diritto di sciopero sulle iniziative autonome delle minoranze sindacali, mettendo una soglia di sbarramento alla rappresentanza di queste forze, che ne limiti la possibilità di proclamare scioperi ed altre iniziative di lotta, vietando e criminalizzando questo diritto per ridurre al silenzio i lavoratori e monopolizzare ogni forma di protesta.
Inoltre, sembra che l’adesione ad uno sciopero dovrebbe essere comunicata almeno cinque giorni prima dell’evento e non si potrebbero più proclamare assemblee sindacali durante l’ orario di servizio.
In altre parole sarebbe di fatto la fine della democrazia sindacale.
Tale prerogativa potrebbe restare riservata solo alle Organizzazioni Sindacali firmatarie di contratto con almeno la metà della rappresentatività di categoria, anche se l’esercizio del diritto di sciopero è costituzionalmente riconosciuto, per ogni singolo lavoratore appartenente a qualunque sigla sindacale.
A seguito della proposta dell’onorevole Damiani, qualche giorno fa, anche i senatori Pietro Ichino e Maurizio Sacconi hanno fatto due proposte di legge contro lo sciopero ed anche il ministro Graziano Delrio ha affermato che servono nuove regole per gli scioperi nei trasporti, in quanto l’Italia non può essere ostaggio di minoranze.
Queste modifiche sugli scioperi sembra riguarderebbero per ora l’area dei servizi pubblici di trasporto, ma sicuramente non è da escludere che possano interessare anche altri settori come la Scuola, dove da tempo i Governi di turno stanno tentando di fare, per effettuare un giro di vite, su qualsiasi forma di protesta e mettere in discussione anche il semplice diritto a riunirsi sul posto di lavoro.
Tutto ciò è pietoso, disonesto e deplorevole, in quanto il diritto di sciopero, è un diritto riservato ai lavoratori e non certo una prerogativa per i Sindacati.
Inoltre, il compito primario dei nostri Governanti dovrebbe essere quello di tutelare il lavoro per tutti, e non quello di decidere quali siano i Sindacati da fermare e quelli da tutelare.
Queste importantissime e difficili problematiche il Governo intende discuterle il prossimo settembre, ma fin da ora dobbiamo cercare di mettere in campo delle campagne mediatiche contro chi cerca di smantellare i servizi pubblici a favore delle cooperative private, e chi sponsorizza uno spudorato anti sindacalismo, impedendo ai lavoratori di manifestare il proprio dissenso, interdicendo e vietando anche il diritto costituzionale dello sciopero.
Dobbiamo salvaguardare e sostenere le lotte di tutti i lavoratori, difendere i diritti individuali e collettivi contro i soprusi e le ingiustizie, tutelare il lavoro in tutte le sue forme e affermarlo come diritto primario per salvaguardare i beni comuni, patrimonio di tutti, e i servizi resi alla collettività, che debbono essere di qualità.
Oggi, più che mai, è importante e vitale il rafforzamento e il consolidamento del valore del Sindacato, per arginare e contrastare gli attacchi contro i lavoratori; solo l’azione collettiva, con la ricostruzione della solidarietà, infatti, può porre un argine e un freno all’individualismo imperante, sempre più in voga.
Il Sindacato deve rappresentare per tutti una condivisione di valori, che si tradurranno in obiettivi da raggiungere, a difesa della dignità lavorativa di ciascuno, con il senso di bene comune e il sentimento di partecipazione collettiva alla vita della comunità scolastica.
Fermiamo, tutti insieme, questi tentativi di sabotaggio delle libertà sindacali, che saranno di intralcio e di ostacolo per la tutela dei diritti, e creeranno una grave discriminazione delle minoranze.
Come indicato in oggetto, un governo di sinistra ci sta portando alla dittatura, preparando una svolta autoritaria nelle nostre istituzioni sindacali finora libere e democratiche; la nostra classe politica non ha limiti e non conosce vergogna nel portare il peggioramento delle condizioni di lavoro, o nell’aver approvato un sistema pensionistico che è tra i più feroci e ingiusti di tutta l’Europa.
Ora, trattare i Sindacati non rappresentativi come spazzatura, significherà sacrificare i fondamentali interessi di tutte le classi dei lavoratori.
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