I concorsi nella scuola saranno banditi anche se non verrà approvato il disegno di legge 932/B sul nuovo reclutamento: lo ha dichiarato l’altroieri, a nome del Governo, il sottosegretario alla P.I., Delfino, intervenendo alla seduta della Commissione Istruzione del Senato dedicata all’esame del DdL.
L’iter della disposizione, proprio a causa dello stretto legame con l’emanazione dei concorsi per titoli ed esami in tutti i gradi di scuola, è stato seguito spasmodicamente negli ultimi mesi da centinaia di migliaia di diplomati e laureati che da ben nove anni attendono di poter partecipare ad una procedura concorsuale.
Dopo l’approvazione da parte del Senato, il DdL era stato trasmesso lo scorso 1° aprile alla Camera dove, si sperava, venisse rapidamente varato. Il testo, invece, nonostante le varie sollecitazioni dei sindacati e delle organizzazioni del personale precario della scuola, è rimasto a Montecitorio per oltre otto mesi ed è stato ritrasmesso al Senato con svariate modifiche il 16 dicembre.
A distanza di quasi tre mesi l’altroieri, 9 febbraio, è ripreso l’esame del provvedimento presso la Commissione Istruzione del Senato, tra le polemiche provocate dalla lungaggine del provvedimento e dalla mancata emanazione delle sessioni riservate di abilitazione riservati ai precari e dei concorsi ordinari aperti a tutti.
La seduta si è aperta con la relazione del senatore Biscardi, relatore del DdL alla Commissione Istruzione, che ha manifestato la sua delusione nei confronti del Ministero della P.I. che per quasi dieci anni non ha bandito i concorsi, eludendo la normativa che ne prevede l’emanazione ogni tre anni, ed il suo dissenso nei confronti dei cambiamenti apportati dalla Camera in fase di approvazione del disegno di legge.
A tal proposito ha dichiarato che “nonostante la complessità della situazione il Senato aveva raggiunto un difficile equilibrio fra le crescenti pressioni – sovente corporative e financo demagogiche – e la necessità di un rispetto almeno minimale dei meccanismi di reclutamento per concorso. Il testo del disegno di legge n. 932 approvato dal Senato” – ha aggiunto il senatore Biscardi – “avrebbe potuto dunque essere approvato senza modifiche dalla Camera dei deputati, consentendo così l’immediata indizione dei nuovi concorsi. La Camera ha invece voluto modificare il testo, accogliendo molte delle pressioni cui il Senato era riuscito a resistere”. Non intendendo avallare le modifiche apportate ha, dunque, preannunciato una nuova serie di emendamenti.
A questo punto è intervenuto il sottosegretario Delfino affermando che il Governo è “ormai pronto a bandire i concorsi e che se l’iter del disegno di legge 932/B procedesse lentamente, il Ministero della P.I. si orienterebbe a non attendere oltre, assumendosi le proprie responsabilità”.
Riportiamo il resoconto sommario della seduta della Commissione Istruzione del Senato di martedì 9 febbraio.
Presidenza del Presidente
OSSICINI
Intervengono i sottosegretari di Stato per la pubblica istruzione Masini e Delfino.
La seduta inizia alle ore 16.
IN SEDE DELIBERANTE
(932-B) Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico, approvato dal Senato
e modificato dalla Camera dei deputati
e della petizione n. 534 ad esso attinente
(Discussione e rinvio)
Il relatore BISCARDI riferisce sulle modifiche apportate dalla Camera dei deputati al disegno di legge n. 932, nonchè sulla petizione n. 534 ad esso attinente, ricordando che il provvedimento torna all’esame del Senato dopo un lungo esame presso l’altro ramo del Parlamento e sull’onda di una polemica giornalistica per alcuni versi fondata ma per altri invece assai approssimativa. Egli ritiene pertanto indispensabile riepilogare la situazione, a tutela del Parlamento e soprattutto del lavoro attento ed equilibrato del Senato. La pressione del precariato per l’introduzione di sessioni riservate da un lato e il rinvio dei concorsi ordinari dall’altro hanno infatti determinato una situazione assai difficile in cui non sono mancate anche altre responsabilità: innanzitutto quella del Ministero della pubblica istruzione, che da quasi un decennio ritarda l’indizione di nuovi concorsi nonostante che la legge n. 341 del 1990 avesse impostato il reclutamento in termini innovativi; inoltre, l’approvazione di un emendamento alla manovra finanziaria che prefigurava l’immissione in ruolo ope legis dei precari; infine, il comportamento delle forze politiche, non sempre coerente con i principi proclamati ad esempio con riferimento alla valorizzazione del merito dei docenti. Nonostante la complessità della situazione, il Senato aveva peraltro raggiunto un difficile equilibrio fra le crescenti pressioni – sovente corporative e financo demagogiche – e la necessità di un rispetto almeno minimale dei meccanismi di reclutamento per concorso. Il testo del disegno di legge n. 932 approvato dal Senato avrebbe potuto dunque essere approvato senza modifiche dalla Camera dei deputati, consentendo così l’immediata indizione dei nuovi concorsi. La Camera ha invece voluto modificare il testo, accogliendo molte delle pressioni cui il Senato era riuscito a resistere. Delle modifiche apportate dall’altro ramo del Parlamento egli critica in particolare: quella relativa al personale dei conservatori, conseguente all’approvazione dell’emendamento presentato dall’onorevole Prestigiacomo, che è stata giudicata aberrante dalle stesse forze di opposizione; quella al comma 4 dell’articolo 2, secondo cui nel punteggio finale interverrà, a titolo di riconoscimento della professionalità acquisita in servizio, una quota proporzionale agli anni di insegnamento prestato, che rappresenta una dizione o superflua o foriera di conseguenze inaccettabili; quella relativa ai presidi incaricati, per i quali è stata disposta adirittura una riserva di posti del 50 per cento, che egli proporrà di ridurre quanto meno al 20-25 per cento; infine, quella relativa alla composizione delle commissioni d’esame per le sessioni riservate di abilitazione, in ordine alla quale ha prevalso l’orientamento di Rifondazione comunista che chiedeva l’esclusiva presenza di membri interni, contemperata dal solo presidente esterno. A tale ultimo proposito, egli si riserva di valutare l’applicazione che il Ministro vorrà dare a detta norma, suscettibile di legittimare l’accusa di promuovere, di fatto, una immissione in ruolo ope legis, se il tenore delle sessioni riservate non sarà tenuto sufficientemente alto. Egli ricorda poi che, nel frattempo, è stata pubblicata la sentenza n. 1 del 1999 della Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità di un concorso interno per fasce dirigenziali del Ministero delle finanze. Tale sentenza, rileva, ha una valenza di carattere generale di grande rilievo, dal momento che individua il concorso pubblico come necessario strumento di selezione tecnica e neutrale dei più meritevoli al fine di garantire l’imparzialità della Amministrazione pubblica. Detta sentenza ribadisce altresì che l’esame del merito deve essere indipendente da ogni considerazione connessa alla condizione personale dei vari concorrenti. Se tali considerazioni riguardavano un concorso interno a fasce professionali superiori, prosegue il relatore, esse si addicono a fortiori agli esami riservati ai presidi incaricati di cui alla lettera b) del comma 15 dell’articolo 11 del testo modificato dalla Camera dei deputati. Non intendendo avallare soluzioni che rappresenterebbero un affievolimento dei precetti costituzionali, egli preannuncia pertanto la presentazione di emendamenti sui punti dianzi illustrati, oltre che di quelli necessari per recepire il parere espresso sul provvedimento dalla Commissione bilancio: questa infatti – conclude – ha espresso parere favorevole, condizionato – ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione – all’introduzione di talune modifiche.
Il PRESIDENTE ringrazia il relatore e invita la Commissione ad esprimersi sulla eventuale fissazione di un termine per la presentazione di emendamenti.
Il senatore LORENZI ritiene preferibile fissare tale termine dopo la chiusura della discussione generale.
Il senatore CORTIANA ritiene invece che tale termine possa essere fissato fin d’ora, eventualmente per una data successiva a quella presumibile di chiusura della discussione generale.
Concorda il senatore TONIOLLI.
Il PRESIDENTE fa osservare che la settimana prossima la Commissione non terrà seduta nella giornata di martedì, su richiesta del senatore Bergonzi, a causa di una concomitante iniziativa politica dei Comunisti italiani sulla scuola. Nella giornata di mercoledì proseguirà invece, come da precedenti accordi, la discussione dei disegni di legge nn. 3399 e abbinati sui ricercatori universitari, stante l’indisponibilità del relatore Masullo ad essere presente in giorni diversi della settimana. La discussione generale sul disegno di legge n. 932-B potrà pertanto svolgersi nella giornata di giovedì 18 febbraio.
Interviene quindi il sottosegretario DELFINO, il quale – con riferimento alle considerazioni del relatore sulle gravi responsabilità dell’Amministrazione nella mancata indizione dei concorsi – fa osservare che i precari hanno ripetutamente chiesto che questi venissero banditi contemporaneamente alle sessioni loro riservate. Il Governo ha pertanto finora atteso che il Parlamento approvasse il disegno di legge in titolo. Peraltro, anche a nome del ministro Berlinguer, egli informa che il Governo è ormai pronto a bandire i concorsi e che, se l’iter del disegno di legge n. 932-B procedesse lentamente, il Ministero si orienterebbe a non attendere oltre, assumendosi le proprie responsabilità.
Il PRESIDENTE fa presente che, se il termine per gli emendamenti fosse fissato a venerdì 19 febbraio, sarebbe realistico ipotizzare di acquisire su di essi i necessari pareri per il successivo martedì 23 e procedere quindi alle votazioni.
Il senatore BEVILACQUA giudica inaccettabile l’atteggiamento del Governo, teso a imporre al Senato tempi brevissimi, benché il provvedimento sia stato fermo alla Camera per molti mesi. Egli respinge quindi ogni ipotesi di “blindatura" del testo, invitando il Governo ad assumersi davvero le sue responsabilità.
Il senatore ASCIUTTI concorda con il senatore Bevilacqua. Rileva altresì che l’emendamento “incriminato" sul personale dei conservatori è stato sì presentato alla Camera dall’onorevole Prestigiacomo, appartenente alla sua stessa parte politica, ma è stato poi approvato anche dalla maggioranza. Si tratta pertanto di un problema che investe tutte le forze politiche, nessuna esclusa. Né il Senato può essere sempre chiamato a sanare superficialità di voto dell’altro ramo del Parlamento. A nome del Gruppo Forza Italia manifesta comunque un orientamento favorevole a modificare la norma in questione e ad assicurare un celere iter al provvedimento.
Il senatore BRIGNONE ricorda di essere stato facile profeta nel prevedere che l’allungamento dei tempi di approvazione del provvedimento avrebbe portato ad un progressivo incremento delle problematiche trattate, con il rischio di determinare una situazione ai limiti della ingovernabilità. Ciò, non solo per le fortissime pressioni esterne, ma anche per il sovrapporsi di una serie di situazioni specifiche del personale scolastico. Il Governo – e in una certa misura anche il relatore – hanno dunque precise responsabilità nel non aver promosso un iter spedito del disegno di legge ed aver consentito che esso languisse nelle aule parlamentari. Allo stato attuale è pertanto inevitabile che il provvedimento provochi diffusi malumori e insoddisfazioni.
La senatrice PAGANO riconosce la legittimità delle osservazioni del senatore Bevilacqua, laddove invoca il Governo ad assumersi le sue responsabilità; osserva tuttavia che sono state tutte le forze politiche a chiedere al Governo di non bandire i concorsi fino a che non si fosse risolto il problema del precariato e ciò per corrispondere alle richieste in tal senso avanzate dai precari stessi. I precari attendono pertanto con ansia l’approvazione del disegno di legge in titolo, così come i giovani attendono il bando di nuovi concorsi. Occorre dunque individuare un percorso celere, che ponga rimedio alle storture introdotte dalla Camera dei deputati (come ad esempio quella relativa al personale dei conservatori), senza tuttavia riaprire le molteplici questioni affrontate dal provvedimento, pena l’impossibilità di dare una risposta rapida alle attese di una larga parte del mondo scolastico.
Anche il senatore BERGONZI ritiene che il provvedimento vada approvato il più presto possibile, per le motivazioni testè addotte dalla senatrice Pagano. Ricorda peraltro che entrambe le Camere hanno avuto lungo tempo a disposizione per approfondire le tematiche trattate, nel corso delle letture precedenti del provvedimento. Della diversità di valutazione fra i due rami del Parlamento occorre dunque prendere atto con realismo politico, procedendo ora ad un’approvazione sollecita che corrisponda sia alla domanda dei precari che a quella dei giovani che attendono i concorsi.
Il relatore BISCARDI, rammaricandosi della ingenerosa attribuzione di responsabilità per i ritardi dell’iter, ricorda di avere, al contrario, dimostrato fin troppa pazienza chiedendo in più occasioni di essere sollevato dall’incarico di relatore. Non solo, ma avendo constatato l’impraticabilità di tale soluzione e stante l’impasse del Comitato ristretto, egli si era anche assunto l’onere di presentare alla Commissione plenaria un suo testo che poi, sia pure modificato, era stato faticosamente approvato.
Il seguito della discussione è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 16,30.
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