Sono in molti ad osservare con preoccupazione, nell’immediatezza della riapertura delle scuole in gran parte d’Europa e nel mondo, i problemi di varia natura legati al digital divide.
Per definizione si tratta del divario di chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso. Il gigante svedese Ericsson e l’Unicef hanno creato in queste settimane un partenariato per fare la mappatura dello stato della connessione ad Internet di 35 paesi nel mondo, nell’ambito di Giga Initiative, che ha dato vita al progetto Project Connect, che mira a prendere in considerazione i paesi che stanno facendo un nuovo lavoro per collegare le loro popolazioni, in particolare per fornire ai loro giovani l’accesso alle informazioni e alle opportunità.
Per esempio, il team di esperti ha studiato il sistema di apprendimento a distanza del Media Center in Brasile, in Amazzonia, o il sistema di e-government in Estonia.
Queste ricerche hanno fornito spunti e lezioni da cui imparare per aiutare a collegare tutte le scuole del mondo. Ci siamo resi conto, dicono i partner, che il primo passo che molti di questi paesi hanno dovuto compiere è stato quello di mappare l’esatta ubicazione delle scuole insieme ad alcune informazioni aggiuntive su di esse. Infatti, spesso, queste registrazioni non esistono, sono incomplete o contengono errori. Per risolvere questo problema è stato creato Project Connect.
La mappatura avverrà utilizzando l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico, e i dati raccolti attraverso questo processo aiuteranno i governi e le organizzazioni private a determinare dove è necessario costruire la connettività internet. Il mondo è alle prese con un divario digitale da decenni, con circa 3,5 miliardi e mezzo di persone che non hanno accesso a Internet in modo stabile.
La nuova pandemia di coronavirus ha reso ancora più evidente la necessità di Internet ad alta velocità e a banda larga: le persone che lavorano da casa, hanno bisogno di connessioni stabili per svolgere i loro compiti e i bambini e tutti coloro che sono in un percorso di studio hanno bisogno di un accesso a Internet per completare il loro corsi.
Senza connettività, nulla di tutto ciò è possibile, a svantaggio di chi vive in luoghi privi di un accesso a internet affidabile e veloce. Soltanto negli USA si stima che 18 milioni di persone non hanno a disposizione una connessione a banda larga (https://www.fcc.gov/about-fcc/fcc-initiatives/bridging-digital-divide-all-americans) secondo l’ultimo rapporto della Federal Communications Commission.
La chiusura delle scuole, si legge nell’indagine delle Nazioni Unite “L’istruzione durante il Covid-19 e oltre”, appena pubblicato (in inglese), ha riguardato il 94% della popolazione mondiale di studenti e questi fino al 99% di loro sono stati esclusi dai percorsi formativi nelle aree dei paesi a basso e medio reddito.
In Italia il digital divide è causato prevaletemene dalla mancanza di infrastrutture adeguate e in particolare la mancanza di collegamento ad Internet veloce, si stima che il 12% circa della popolazione non abbia accesso alla banda larga.
Le compagnie telefoniche non riescono ancora a raggiungere diverse zone del paese per garantire la velocità necessaria per garantire la connessione. In generale in Europa il digital divide, secondo la Commissione europea, è la mancata copertura di banda larga fissa ad almeno 2 Megabit (Adsl, cavo coassiale – che in Italia manca – o fixed wireless).
In Italia questo dato di digital divide riguarda una popolazione senza copertura Adsl che si stima essere circa il 5,6 per cento, anche se non ci sono mappe ufficiali.
Ad altri livelli, ovvero per la banda ultra-larga, le stime sono anche peggiori, si parla infatti del 20/40 per cento della popolazione e in futuro si parlerà anche di digital divide di terzo livello, mancata copertura con fibra ottica nelle case, che in Italia riguarda meno del 20 per cento della popolazione con stime che oscillano.
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