Nuovi Alfabeti per combattere le disuguaglianze è il titolo del confronto promosso da Save the Children in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, nell’ambito del progetto Safer Internet Center – Generazioni Connesse, che si è svolto la scorsa settimana con l’obiettivo di promuovere il dibattito sul come fare educazione digitale oggi nel dialogo tra esperti, scuola e giovani.
L’incontro ha messo a fuoco come bambine, bambini e adolescenti debbano avere gli strumenti necessari per poter essere soggetti attivi e consapevoli, veri protagonisti del mondo digitale che sta trasformando la scuola, la famiglia, il lavoro e la società nel suo insieme. È noto, come emerso dal dibattito, che da un lato, la pandemia ha accelerato i processi di integrazione delle tecnologie nella vita di bambine, bambini, ragazze e ragazzi in Italia, ha però accentuato le già gravi diseguaglianze, soprattutto per chi vive nei territori e contesti sociali o familiari più svantaggiati. È più che mai necessario garantire che per tutti ci sia la possibilità di acquisire una nuova grammatica “digitale”, necessaria a comprendere, partecipare ed agire, per costruire il proprio futuro e quello della comunità.
Sul tema abbiamo intervistato Cecilia Staiano, coordinatrice innovazione nella scuola e community manager della Fondazione Mondo Digitale, da anni attivi per la promozione della Media Education a livello intergenerazionale.
Quali sono le condizioni affinchè i Nuovi Alfabeti possano essere accessibili a tutti?
È necessario lavorare in sinergia, tutti insieme, bambini e nonni, adulti, insegnanti. Questo dovrebbe portare alla prevenzione della ereditarietà negativa della povertà educativa, delle disuguaglianze, che tendono a ripetersi generazione dopo generazione. La base da cui partire è la scuola, dove si creano gli anticorpi al digital divide. È infatti a scuola che si possono promuovere competenze e conoscenze. Noi, per esempio, come Fondazione, promuoviamo da anni il coding e la robotica educativa, come approcci interdisciplinari al sapere, che consentono di creare risorse per affrontare le nuove sfide dell’epoca in cui viviamo.
Quali sono gli scenari per cui docenti e aprpendenti del XXI secolo possano insieme acquisire le necessarie competenze digitali per i Nuovi Alfabeti?
Per affrontare il XXI secolo i docenti dovrebbero promuovere la sinergia che consenta di coniugare il sapere analogico con quello digitale. Quanto appreso durante la Didattica a Distanza va valorizzato, non resettato, alla luce di nuove consapevolezze e responsabilità. Per esempio, nell’ambito dell’Educazione Civica possono essere introdotti percorsi fruttuosi per l’implementazione dell’educazione digitale, necessaria perché le generazioni si parlino, siano interconnesse. È fondamentale per gli studenti e le studentesse, che vivono in realtà complesse, ampliare le proprie competenze, affinché rispondano a questa complessità. I saperi vanno coniugati, sintetizzati. Noi come Fondazione promuoviamo attività che raggiungano ogni persona, che permettano, collaborando con la scuola e il territorio, innovazione, creatività. Abbiamo creato la piattaforma Phyrtual, che fa si che proprio coloro che sono a rischio di esclusione sociale e discriminazione diventino invece fautori e innovatori del proprio futuro, in modo inclusivo quindi.
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