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Digital Services Act, in vigore le nuove regole per le piattaforme online: cosa cambia? Quali tutele per i minorenni?

Lo scorso 25 agosto sono entrate in vigore le nuove regole UE sulla responsabilità delle piattaforme per i contenuti on line.

Si tratta del Digital Services ACT (DSA), il nuovo regolamento UE, che a differenza della precedente direttiva, si applicherà allo stesso modo in tutta l’Unione Europea, permettendo in questo modo a tutti gli utenti di avere gli stessi diritti ovunque e alle aziende di non doversi confrontare con 27 leggi diverse tra loro.

Cosa è la DSA

La DSA è una vera e propria rivoluzione del mondo della Rete visto che le precedenti norme risalivano a metà degli anni ’90 di fatto un’era geologica fa dal punto di vista della tecnologia.

Una normativa che si applica a tutti gli intermediari on line sia social, che motori di ricerca o servizi di hosting o di prenotazione e pagamento on line.

Le principali novità riguardano la trasparenza dell’algoritmo che aggiorna i feed conosciuti anche come web feed o più semplicemente flussi (in italiano), sono dei file di testo che, con linguaggio informatico, aggiornano l’utente quando un determinato contenuto online è stato pubblicato. Le altre novità impattano sulla pubblicità, il contrasto all’odio online, la disinformazione ed il ban assoluto di profilazione dei minorenni.

La nuova normativa rilasciata il 16 novembre del 2022, ma di fatto resa operativa dal 25 agosto di quest’anno, contiene un elenco dettagliato compilato dalla Commissione Europea con le VLOP (very on line platforms) e le VLOSE (very large online search engines) cioè quelle piattaforme che superano i 45 milioni di utenti in Europa, questo per indirizzare le piattaforme che hanno un forte impatto sui cittadini della UE.

Cosa prevede la DSA per i minorenni

Per quanto riguarda le regole inserite a tutela dei minori, è previsto che non potranno più essere effettuati “suggerimenti di contenuti” sulla base della profilazione degli utenti di minore età a parte la localizzazione geografica e l’età. Quindi un ragazzo di 15 anni vedrà gli stessi contenuti informativi e pubblicitari di ogni altro 15enne della stessa città, ma diversi da quelli di uno di 13 anni che vive in altra città. Ma non avranno distinzioni di interessi personali.

Dal punto di vista dei social le importanti novità riguardano il fatto che non basterà più dire che si sono violati i termini e condizioni in modo generico ma dovranno essere informati sulle ragioni per cui un post è stato rimosso, o ne sia stata limitata la visibilità o la monetizzazione, mentre i termini e condizioni dovranno essere esposti in modo più chiaro e semplice.

Analogamente al controllo dei contenuti social, i marketplace dovranno verificare che non sia venduta merce illegale nei loro negozi online.

Altro aspetto interessante della DSA riguarda l’analisi del rischio sistemico, perché la nuova norma prevede che ogni anno le grandi piattaforme devono redigere un report che valuti i rischi per i diritti fondamentali della libertà di espressione. Una volta individuati questi rischi, sono obbligati a presentare soluzioni per mitigare gli impatti come rivedere gli algoritmi utilizzati ad esempio.

La norma sistema un mondo oramai che era senza regole o quanto meno regole troppo vecchie per essere utili nel contesto attuale, vedremo analizzando gli effetti della Rete nei prossimi anni se saranno sufficienti o se andrà rivisto qualcosa.

Il fatto, comunque, che si agisca a livello di normativa UE è già un passo avanti da non sottovalutare.

Dino Galuppi

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