La scuola, attualmente, deve adempiere ad un compito che potremmo definire “emergenziale” ovvero promuovere l’essere persona nella sua interezza. Oggi si tende a trasformare la scuola in azienda dando priorità all’apparire piuttosto che all’essere attraverso una progettualità esasperata ed esasperante che,di fatto, penalizza la didattica tradizionale.
Il ruolo del docente è stato svilito da tempo, deturpato della sua dignità. Basta riflettere sulla situazione di migliaia di precari, professionisti che, da anni, o meglio, da decenni, si impegnano, con sacrificio e dedizione, per contribuire alla formazione dei cittadini del domani. Ebbene,questi docenti, nell’indifferenza generale di chi dovrebbe tutelarli, continuano a svolgere il loro lavoro e ad impartire preziosi insegnamenti Costituzionali pur essendo consapevoli di essere, quotidianamente,defraudati dei loro diritti, particolarmente,quello alla salute e al lavoro (cfr. Cost. della Rep.Ital. art. 1. art.4. art.32).
Un paradosso inaccettabile che farebbe arrossire di vergogna i nostri Padri Costituenti. I primi attori della scuola sono i discenti e i docenti. Entrambi ne costituiscono la cellula vitale, non a caso”scuola e famiglia” sono i baluardi della società. Ed è su questi nuclei fondanti che bisogna intervenire.
Per restituire dignità e sicurezza alla scuola basterebbe porre in essere interventi seri ed immediati quali: Stabilizzazione dei docenti precari, dimezzamento delle classi pollaio,ampliamento ed areazione adeguata dei locali scolastici, potenziamento dei trasporti. Siamo certi che questi interventi avrebbero già garantito la possibilità di una scuola in presenza, in sicurezza ed una didattica costruttiva ed efficace.
Eh sì, perché è evidente che l’assunzione di oltre duecentomila precari storici ed il conseguente dimezzamento della classi pollaio resta il primo, imprescindibile passo per una didattica di qualità. Ed è su questi nuclei fondanti che bisogna intervenire:”Scuola e famiglia”, appunto,binomio sinergico, chiave essenziale per un primo, immediato ed efficace intervento.
Attuali,in tal senso,le parole di Sandro Pertini pronunciate durante un intervista rilasciata ad Oriana Fallaci: “Cultura significa creare anzitutto una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità,alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla”. (cfr. Sandro Pertini, “L’ Europeo” ,1973).
Lia Minicozzi
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