Politica scolastica

Dilagano a Milano i “diplomifici”?

Sembra che i diplomifici siano infettivi, nel senso che se ne parte uno tanti altri si mettono a ruota, approfittando dei lauti guadagni che si possono fare. Anche a Milano, dunque, questa pratica sta prendendo piede, se non l’aveva presa già da molto tempo, in somiglianza di altre scuola paritarie che hanno fiutato il vulnus che consente il vaccino adatto. 

E il vulnus è rappresentato da una doppia bocciatura che non consente più la reiscrizione e dunque di reinserirsi nelle scuole del circuito tradizionale, tant’è che molti tecnici e professionali hanno lunghe liste d’attesa.

Ed ecco il vaccino.  

Sembra, racconta Il Corriere della Sera, che le scuole per superare questo handicap si presentino come paritarie e legali, offrendo tre anni in uno, cosicché si passa di colpo dalla ex terza media in quarta superiore: bastpagare 1.500 euro più la tassa di iscrizione pari a 300 euro. 

Relativamente poco, si legge sul quotidiano, proprio perché, sulla base di altri scandali di questo tipo, le somme sono state anche  di molto superiori, per cui sembra, secondo le leggi di mercato, una cifra strategica per stracciare la numerosa concorrenza di altre paritarie sui generis che perciò nascerebbero come funghi.

“Risparmiano, ad esempio, sui docenti e sulle aule visto che le lezioni, ad esempio nel caso di quella scuola in pieno centro a Milano, sono massimo 4 ore la settimana” peraltro online, e neanche obbligatorie, anche perché, viene sibilato, “tanto non bocciamo mai”.

Tuttavia, sembra pure che l’esame finale per passare alla classe d’arrivo” si svolga in paesini nel cuore della Campania.

Ma non solo, si svolgerebbero pure ai primi di settembre, a ridosso della ripresa dell’anno scolastico: così da rendere ancora più difficile, se non impossibile, il reintegro nel circuito delle scuole tradizionali. 

Secondo quanto raccontano i ragazzi, “L’esame è tranquillo, molto tranquillo, in una scuola tranquilla. Insomma foglio delle domande da un lato, foglio delle soluzioni dall’altro”.

Si è detto delle cifre: 1.500 euro scontati per tre anni  e il risultato viene più o meno garantito, anche perché senza questa via d’uscita i ragazzi rimarrebbero del tutto fuori dal circuito dell’istruzione.

Si tratterebbe di una sorta di dispersione culturale a cui provvedono i diplomifici,  come sarebbe successo a un ragazzo di seconda generazione: 16 anni e due bocciature, visto che nessuna scuola pubblica lo ha accettato, si è iscritto alla “paritaria”, dove gli avrebbero promesso che andrà direttamente in quinta, tre anni in uno, senza dover frequentare. Meglio di così?  

Pasquale Almirante

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