Home Politica scolastica Dimensionamento: con la denatalità ci saranno “gravi ripercussioni”. Il caso Basilicata

Dimensionamento: con la denatalità ci saranno “gravi ripercussioni”. Il caso Basilicata

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Con la denatalità e i flussi migratori, alcune Regioni rischiano di vedere ridotto il numero delle scuole autonome, come in Sicilia dove per l’anno venturo sono previsti ulteriori accorpamenti con perdita dunque di posti di dirigente e di personale docente e amministrativo. A parte l’impoverimento culturale e sociale del territorio. Così pure in Basilicata dove, secondo quanto denuncia l’Unione Province italiane (Upi), la popolazione scolastica è scesa da 79.568 unità nell’anno scolastico 2017-2018 alle 70.802 unità dell’anno scolastico 2022-2023, con una perdita di 8.766 persone.

Da qui la richiesta all’Upi nazionale da parte del presidente di Upi Basilicata e dei presidenti della Provincia di Matera e Potenza, di sostenere la tesi di ridurre i criteri del dimensionamento scolastico, che si basano appunto sul numero degli alunni, e che avrebbe in Basilicata “gravi ripercussioni sociali e culturali”.    

In modo particolare, il presidente dell’Upi regionale ha detto che “nel dimensionare si debbano mantenere i limiti numerici attualmente in vigore. Ciò garantirebbe la tutela non solo della comunità scolastica ma anche dei centri nei quali il plesso si trova”. Secondo il presidente “il percorso di organizzazione della rete scolastica provinciale deve sempre essere teso a garantire il diritto all’istruzione pur in presenza del costante decremento della popolazione scolastica”. 
In base ai dati dell’Upi lucana, “se si dovesse tornare alla soglia dei 600 studenti, ridotta a 400 per i comuni montani, gli istituti da dimensionare per l’anno scolastico 2023-2024, salvo ulteriori decrementi di studenti, sarebbero undici in provincia di Potenza e otto in provincia di Matera. Si passerebbe ad un totale di 90 istituto scolastici in Basilicata contro i 123 presenti nel 2017, con gravi ripercussioni sociali e culturali. 
Di questi, 30 si trovati nei due capoluoghi di provincia e gli altri 60 comprendono i 131 comuni della regione”. 

La proposta avanzata è quella di stabilire in via definitiva o, in subordine per almeno 5 anni, che i limiti per il dimensionamento delle scuole ai fini dell’attribuzione del dirigente scolastico e del dsga vengano fissati a 500 unità, ridotti a 300 per le aree svantaggiate, montane e le piccole isole.