Dimensionamento, dal Governo nessun passo indietro
Poteva andare peggio. Ma sicuramente molto meglio. Dopo lo scampato pericolo sull’estensione a 24 ore dell’impegno settimanale dei docenti di medie e superiori, quelli approvati prima di Natale dall’ormai uscente Governo Monti, giunti in Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre, risultano dei provvedimenti tutt’altro che migliorativi per la scuola italiana. Almeno, agli occhi dei sindacati. Che non hanno mancato l’occasione per esprimere il proprio dissenso.
A rincarare la dose è ora l’Anief, che con un articolato comunicato stampa, pubblicato a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno, si sofferma sul fatto che in quella che fino a qualche tempo fa si chiamava legge Finanziaria è stata licenziata orfana di diversi provvedimenti. Su alcuni, come la deroga all’applicazione della riforma delle pensioni Monti-Fornero alle particolarità temporali del personale della scuola, si è detto tanto. Ora, il sindacato guidato da Marcello Pacifico si sofferma sulla mancata esecuzione della sentenza n. 147/12 della Consulta, che nel giugno scorso aveva tacciato di eccesso di potere l’amministrazione centrale (scavalcando le regioni) a proposito delle decisioni prese nel luglio 2011 dall’ultimo governo Berlusconi sul dimensionamento scolastico attraverso il comma 4 dell’art. 19 della Legge 111/11. Un provvedimento non certo di poco conto, visto che ne erano scaturite centinaia nuove strutture scolastiche, proprio alla luce di fusioni, accorpamenti e soppressioni di istituti.
L’Anief ha provocatoriamente sottolineato che “per la scuola italiana il 2012 si chiude nell’illegalità: il governo Monti ha infatti deciso all’ultimo momento di” ritornare “sui propri passi, stralciando quanto riportato nel disegno di legge di stabilità (n. 5534) presentato ad ottobre dallo stesso governo: il comma 36 dell’art. 1, infatti, prendeva atto della decisione della Corte costituzionale e preannunciava una nuova intesa Stato-Regioni per l’attuazione di un nuovo dimensionamento in base al numero di 900 alunni per le scuole di ogni ordine e grado”.
la denuncia fatta alla stampa lo scorso giugno, subito dopo la sentenza della Consulta, e di fronte all’illegittima organizzazione delle scuole autonome nel territorio, l’Anief ha calcolato “che sono 2.611 le scuole soppresse illegittimamente nell’a.s. 2012/13: metà di esse (1.404) sono scuole dell’infanzia, primarie e circoli didattici, 2.375 nel primo ciclo di istruzione, 39 istituti professionali, 174 istituti tecnici e 23 licei”.
L’Anief fa poi notare che quasi la metà del dimensionamento grava sul Sud: in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria, (c’è anche il Lazio), sono oltre 300 gli istituti scolastici che mancano all’appello.
Il sindacato trova indicativo, a tal proposito, che persino, l’Aran sia intervenuta sulla questione il 22 novembre scorso, chiarendo che le Rsu elette nel marzo del 2011 nelle scuole dimensionate rimarranno in carica per tutto il loro mandato. E questo proprio alla luce delle “novità normative previste proprio nel disegno di legge di stabilità (n. 5534) presentato ad ottobre dal Governo”. Ma di cui al momento della ratifica finale si sono perse le tracce.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, le conseguenze di questo quadro contraddittorio rischiano ora di abbattersi sugli utenti: “il momento è particolarmente delicato – ha detto il sindacalista – perché dal 21 gennaio al 28 febbraio prossimi si riaprono le preiscrizioni degli studenti alle classi prime delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado proprio per l’anno scolastico 2013/2014. Se la scuola rimarrà nell’illegalità, sarà necessario ripercorrere quella via giudiziaria il cui iter era stato sospeso lo scorso autunno in virtù delle nuove regole che sembrava dovessero essere approvate”.
Il sindacato degli educatori in formazione ha quindi deciso di chiedere spiegazioni ai presidenti delle Regioni e agli assessori italiani competenti: “serve un incontro urgente per capire quando verranno annullati i decreti di rideterminazione della rete scolastica che stanno mettendo a repentaglio la qualità dal lavoro di chi opera in quelle scuole e del diritto allo studio di almeno un milione e mezzo di studenti iscritti”, ha sottolineato l’Anief. Nei prossimi giorni staremo a vedere se e in che termini arriveranno le risposte dei governatori.