La notizia sulla questione del dimensionamento scolastico, da noi pubblicata nella giornata del 14 ottobre, non è passata inosservata.
Nella mattinata del 15 Flc-Cgil e Anief sono già intervenuti per chiarire la propria posizione.
L’Associazione-sindacato di Marcello Pacifico si mostra soddisfatta ed “auspica che l’accordo possa essere firmato il prima possibile per porre fine al palese stato di illegalità, con precise clausole di salvaguardia deputate a tenere conto delle specificità territoriali”.
“L’azione tempestiva, ancorché isolata, dell’Anief – dichiara Pacifico – ha spinto il Governo a ripristinare il diritto: vi saranno più posti per dirigenti scolastici e personale ATA, mentre sarà salvato il posto di lavoro dei direttori dei servizi generali e amministrativi in esubero”.
Più articolato il giudizio della Flc che parla invece di pura e semplice logica numerica e sottolinea come il nuovo parametro (una istituzione scolastica ogni 900 alunni) rappresenti “un numero del tutto arbitrario, scaturito peraltro da un dibattito al Senato all’indomani della bocciatura della legge da parte della Corte Costituzionale (Sentenza 147), basato su numeri del tutto imprecisi”.
“Quest’anno – prosegue il sindacato di Pantaleo – nel Paese vi sono 9.135 scuole e con quel divisore diventano 8.894 che in realtà sono 8.787 se non si calcolano i 107 CPIA di nuova istituzione. Di nuovo la scuola è chiamata a pagare, nonostante per il corrente anno scolastico si sia operato di già un taglio di 1.078 scuole”.
La Flc rimprovera poi alla Amministrazione la mancanza di confronto con i sindacati (“il testo dell’intesa ci è stato semplicemente consegnato a mano, come fanno i postini”) ma anche di chiarezza su questioni molto rilevanti come ad esempio quella dei comprensivi: “la cogenza di istituire Istituti comprensivi – afferma la Flc – non esiste più anche per evitare il mantenimento di istituzioni “monstres” quali si sono costituiti con provvedimenti rivelatisi incostituzionali”.
“La nostra idea – conclude la Flc – è questa: non una scuola di meno rispetto all’anno scolastico corrente”.
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