“Siamo fermamente contrari al piano di dimensionamento della rete scolastica, che il Ministro dell’Istruzione Valditara si appresta a varare con effetti a partire dall’anno scolastico 2024-2025. E se il governo procederà con i tagli al numero delle scuole, la FLC CGIL si muoverà con i suoi legali per impugnare il decreto attuativo”: lo dichiara la segretaria generale di Flc-Cgil Gianna Fracassi, a margine dell’incontro sul dimensionamento della rete scolastica svoltosi poche ore presso la sede del Ministero.
“Secondo il piano – avverte Fracassi – al termine del prossimo triennio le 8.007 istituzioni scolastiche attuali, attraverso smembramenti e accorpamenti di plessi e sedi, dovrebbero diventare 7309. Verrà dunque soppresso l’8,8% delle sedi esistenti, pari a 698 unità di direzione amministrativa, con pesantissime perdite di organico tra il personale ATA, aumento della complessità organizzativa, aumento del numero di sedi e comuni a cui le istituzioni scolastiche dovranno rapportarsi e prevedibili difficoltà di gestione dell’offerta formativa, soprattutto nelle regioni del Sud. Nel Mezzogiorno infatti, la percentuale dei tagli raggiunge punte del 16% in Campania, 18% in Sardegna e 22% in Calabria”.
Come abbiamo già scritto più volte, il piano di dimensionamento è espressamente previsto dall’ultima legge di bilancio ed è legato in parte anche agli obiettivi fissati dal PNRR (per la verità il sindacato di Gianna Fracassi lo definisce come “un atto ostile nei confronti della scuola”).
Non a caso, non da oggi tutti i sindacati del comparto continuano a sostenere che il calo demografico ormai inarrestabile (i dati parlano di 100mila alunni meno ogni anno) dovrebbe essere l’occasione per aumentare gli organici invece di ridurli: ma su questo non sarà facile convincere il Ministero dell’Economia della posizione sindacale.
Al momento non è chiaro su quali motivazioni voglia fare leva Flc-Cgil per il proprio ricorso, ma è probabile che uno degli elementi riguardi il fatto che sul Piano del Ministero non è stato raggiunto l’accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni-Enti Locali.
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