Il motivo per cui la Conferenza delle Regioni non ha sottoscritto l’Intesa, che doveva essere firmata il 7 febbraio 2012, sarebbe dovuta al fatto che il Governo (MEF e MIUR), in sede tecnica il 5 febbraio, ha manifestato l’intenzione di non voler rispettare il criterio di assegnazione dei dirigenti scolastici in base al numero di scuole risultanti dal parametro medio di 900 alunni.
Sembra che anche implementando questo parametro salterebbe comunque l’obiettivo di risparmio di 200 milioni di euro.
“In altri termini, non importa al Governo aver istituito scuole con 900 alunni di media, perché, nel momento in cui dovessero ancora sussistere scuole con meno di 600 alunni (aree urbane) e di 400 alunni (aree montane), si taglierebbero comunque Ds e direttori corrispondenti al numero delle scuole sottodimensionate. Per questo in un suo comunicato la Conferenza delle Regioni sottolinea che non intende sottoscrivere nessuna intesa finché non saranno eliminati i comma 5 e 5 bis dell’articolo 19 della legge 111/2011 riguardanti la non assegnazione di Ds e direttori dei servizi per le scuole al di sotto di 600 (aree urbane) e 400 alunni (aree montane)”.
Per Flc l’atteggiamento “rigorista” del Governo nasce dal fatto che l’obiettivo è solamente quello di tenere ben fermo il risparmio già incamerato. E se il criterio dei 900 alunni di media non fa centrare l’obiettivo di 200 milioni di risparmio anch’esso è destinato ad essere travolto.
“A questo punto”, continua il comunicato della Flc, “dato che in ogni caso le decisioni di dimensionamento per l’anno scolastico 2013-14 sono state assunte, crediamo che per il futuro vi sia la necessità di un nuovo inizio, basato su un confronto vero, di massa, con le scuole; che vi sia una revisione della normativa; che vi sia una ridiscussione che abbia a criterio regolatore la garanzia di una dimensionalità pensata come Livello essenziale di prestazione di qualità.
Il prossimo incontro della Conferenza delle Regioni è previsto il 21 febbraio 2013.
Lascia tuttavia molta perplessità questo atteggiamento “rigorista” del Governo di fronte al fatto che durante questa accesa e disinvolta, per promesse, campagna elettorale si stanno trovando soldi e finanziamenti per ogni luogo e posto, e tutti fondi da attingere dal martoriato bilancio dello Stato.
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