Il decreto del Ministro dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze n.127 del 30 giugno 2023, riguardante i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni, per il triennio 2024/2025, 2025/2026 e 2026/2027, ha decretato che per il 2024/2025 il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA vi sia l’assegnazione di un Dirigente Scolastico e un Direttore SGA, con incarico a tempo indeterminato, solo alle istituzioni scolastiche con almeno 600 alunni (400 nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche).
Saranno le Regioni e gli Uffici scolastici regionali a pubblicare i piani di dimensionamento per l’anno scolastico 2024/25, per effetto della norma contenuta nella legge di bilancio 2023 e dalla modifica all’articolo 5, comma 3 del decreto Milleproroghe, per cui le Regioni hanno la possibilità di incrementare fino al 2,5% in più di autonomie scolastiche per l’anno scolastico 2024/25, rispetto al contingente stabilito per dirigenti e direttori. La disposizione è applicabile anche alle amministrazioni che hanno già avviato piani di ridimensionamento della rete scolastica; le Regioni dovranno comunicare le loro azioni di incremento entro il 1° marzo 2024.
Abbiamo intervistato il professor Renato Scutellà, Dirigente Scolastico del comprensivo Foscolo di Bagnara Calabra (Reggio Calabra), in una delle zone maggiormente colpite dal dimensionamento.
Il dimensionamento per l’a.s. 2024-25 è stato molto pesante in alcune aree del territorio nazionale e sicuramente la regione più colpita è la Calabria. Quali cambiamenti si aspetta come dirigente?
Già dall’a. s 24-25 ci sarà la perdita di 72 autonomie, che sono state in parte compensate dal Decreto Milleproroghe, che ne ha restituite 7. Molti Dirigenti si ritroveranno a gestire numerosi plessi e visto il carico di lavoro e responsabilità in costante aumento per le segreterie temo che la situazione non potrà che peggiorare.
Il dimensionamento che impatto avrà sulla qualità della didattica, soprattutto in aree dove è ancora alto il tasso di abbandono, dove spesso permangono significative differenze di genere e difficoltà logistiche?
Le caratteristiche geografiche e orografiche di molte regione italiane faranno sì che, nel caso dei dimensionamenti di sedi dislocate su territori ampi e diversificati, ci saranno decisi contraccolpi. Per questo ci è stato assicurato che i PES, i Punti di Erogazione di Servizi, nelle aree più disagiate non verranno soppressi.
Quali sono state le reazioni e le eventuali proteste del territorio, dalle autorità locali ai dirigenti scolastici?
Ci sono state, come era prevedibile, molte proteste. Tuttavia conservo una ragionevole dose di ottimismo, contando sul fatto che alla vice presidenza della Regione Calabria, con delega all’istruzione, alla formazione e alle pari opportunità, c’è la dottoressa Giuseppina Princi, per molti anni Dirigente Scolastica, persona dall’alto profilo umano e professionale, che sta facendo di tutto per salvaguardare la comunità scolastica.
Quali sono i punti di forza e di debolezza nella formazione e nell’istruzione nel territorio calabro dove lei dirige l’istituto comprensivo?
Siamo consapevoli, e paradossalmente la consapevolezza diventa un nostro punto di forza, di essere indietro rispetto ai dati emersi dalle prove nazionali Invalsi. Da qui intendiamo ripartire per colmare i gap già presenti.
Nella nostra area uno dei punti di debolezza più importanti è rappresentato dall’edilizia scolastica, nonostante le amministrazioni comunali – come nel caso del territorio dove si trova l’istituto comprensivo che dirigo attualmente – facciano del loro meglio. Inoltre mancano centri di aggregazione per favorire la crescita della comunità locale.
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