La decisione del TAR Campania sulla questione del dimensionamento scolastico sta ponendo problemi complessi anche di natura politica.
Preliminarmente va precisato che in realtà il TAR non ha ancora accolto il ricorso della Regione Campania, ma ha sospeso gli effetti delle norme sul dimensionamento in attesa che sull’intera materia si pronunci la Corte Costituzionale.
Il ricorso della Regione Campania prende avvio dal fatto che le disposizioni sul dimensionamento violerebbero “il sistema di riparto di competenze legislative tra Stato e Regioni scolpito all’art, 117, comma 3 della Carta costituzionale, che annovera tra le numerose materie di legislazione concorrente, l’istruzione”.
La stessa norma costituzionale precisa che “nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato”.
“Le norme censurate – scrivono i giudici del TAR nel loro dispositivo – sarebbero invasive della sfera di competenza legislativa riservata alla regione, nella misura in cui non si limiterebbero alla consentita determinazione dei principi fondamentali, sostanziando invece disposizioni di dettaglio, che spetta solo all’Ente regionale dettare”.
Come avviene normalmente quando ci si rivolge al TAR, anche in questo caso la Regione Campania ha contestualmente presentato la richiesta di “sospensione cautelare”.
E’ vero che quest’ultima richiesta è stata accettata ma per sapere se il ricorso sarà accolto bisognerà attendere ancora qualche mese; in questa circostanza è necessario conoscere anche la sentenza della Corte Costituzionale.
L’intera vicenda mette in evidenza alcuni aspetti un po’ contraddittori del dibattito in corso sulla questione più complessa della autonomia differenziata.
La decisione del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca di impugnare i provvedimenti sul dimensionamento (e il successo fin qui riportato davanti alla giustizia amministrativa) ha già scatenato gli entusiasmi di molti.
In particolare Flc-Cgil e Uil-Scuola si mostrano molto soddisfatti anche perché, a suo tempo, il ricorso era stato sottoscritto da loro, “ad adiuvandum” come usa dire in termini giuridici.
Ora, va detto che il “cuore” del ricorso riguarda proprio la rivendicazione da parte della Giunta di De Luca delle prerogative e delle competenze regionali in materia di istruzione. Gli applausi all’iniziativa di De Luca arrivano anche (e forse soprattutto) da parte di chi più di altri è schierato contro le ipotesi di “regionalizzazione” più o meno spinta del sistema scolastico.
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