Mentre il ministro Valditara si sforza di garantire che con il dimensionamento scolastico nessun plesso verrà chiuso e che anzi l’operazione è finalizzata a ridurre al minimo le reggenze, proseguono senza sosta le proteste contro il progetto del Ministero di rivedere i criteri attualmente in vigore.
La Flc-Cgil del Molise, per esempio, evidenzia che nella regione “si prevede un innalzamento dei parametri minimi per l’attribuzione del numero di autonomie scolastiche: per avere una Istituzione scolastica ci vorrà una media di 950 alunni”.
“La normativa – sottolinea il sindacato – si applicherà dall’a.s. 2024/2025 e porterà in 3 anni al taglio di ben nove scuole sulle 52 attuali (il 15,38%, una delle percentuali di taglio più alte d’Italia). Si tratta però solo dell’inizio: se il criterio verrà confermato, in un decennio, considerato il decremento demografico potrebbero scomparire ben 21 scuole rispetto alle 52 attuali, un colpo ferale per la scuola molisana”.
Flc-Cgil osserva anche: “La particolare conformazione territoriale del Molise, la presenza di comuni montani, la mancanza di efficienti reti di trasporto rende necessaria un’attenzione specifica al territorio. Più volte si è parlato di aree interne, di progetti volti a riconoscere le specificità del territorio, ma poi, quando si è tratta di numeri, siamo rimasti vincolati a parametri nazionali, che ci penalizzano”.
Osservazione che lascia intendere che la questione del dimensionamento dovrebbe essere affrontata regione per regione con regole e criteri diversificati, adatti cioè alle caratteristiche dei territori.
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