Flc-Cgil e PD (e per la verità non solo loro) vanno all’attacco del ministro Valditara sulla questione del dimensionamento scolastico.
Irene Manzi, responsabile scuola del PD, dichiara: “Questo è il governo che si prende meriti che non sono suoi e scarica le responsabilità delle conseguenze delle proprie scelte sugli altri. Anche questa volta il Ministro Valditara scarica le colpe del dimensionamento scolastico sul Pd e sul Piano Nazionale di ripresa e Resilienza”.
A sentire Valditara e il Ministero stesso – ironizza Manzi – siamo di fronte non ad un piano “taglia scuola” ma ad un “fantomatico piano salva scuola”.
Aggiunge Manzi: “C’è da rimanere di stucco nel metodo e nel merito. Nel metodo una fonte del ministero addossa le colpe e gli effetti del dimensionamento al Pd ed al predecessore di Valditara, cercando nuovamente responsabili su cui scaricare le conseguenze delle scelte sbagliate adottate dall’attuale Governo. Nel merito, si omette di dire che l’obiettivo di PNRR non era stato definito con parametri così drastici e penalizzanti, ispirati più a esigenze di ‘risparmio’ che di reale risposta alle conseguenze della denatalità e della diminuzione del numero di alunni nei prossimi anni”.
“Proprio per questo motivo – prosegue ancora Manzi – sin dalla legge di bilancio e poi ancora nei provvedimenti successivi, come Pd abbiamo presentato emendamenti che modificavano i requisiti inaccettabili imposti da Valditara, invitando al dialogo ed al confronto”.
“La verità – conclude la deputata del PD – è una soltanto, purtroppo, ed è inevitabile che si affronti. Il dimensionamento è stato previsto dalla legge di bilancio del governo Meloni; nel prossimo triennio verrà ridotto l’8,8% delle sedi esistenti; ci saranno pesanti perdite di organico tra il personale Ata con un aumento della complessità organizzativa; le aree più fragili, a partire da quelle interne e dal Mezzogiorno, saranno ulteriormente penalizzate”.
“Il nostro sindacato – afferma per parte sua la segretaria generale di Flc-Cgil Gianna Fracassi – è determinato ad usare tutti gli strumenti, inclusa l’impugnativa legale, per contrastare un disegno che impoverisce la scuola italiana, prevedendo la perdita del 9% dei plessi esistenti, e che va assolutamente fermato”.
Dichiarazione pesante (certamente comprensibile da un punto di vista sindacale), ma un po’ imprecisa: con il dimensionamento, infatti, non chiuderanno plessi scolastici (il 9% corrisponderebbe peraltro a poco meno di 4mila scuole).
Il piano consiste infatti, come è sempre avvenuto finora, nella perdita di autonomia delle istituzioni scolastiche con meno alunni.
In altre parole si perderà un certo numero di “presidenze”: la perdita sarà particolarmente evidente in alcune regioni dove, negli anni passati, il dimensionamento è stato condotto in modo particolarmente “blando” continuando, per esempio, a mantenere in piedi istituti scolastici anche con numeri inferiori a quelli previsti dalla normativa. In altre regioni, al contrario, il piano previsto dal Ministero non dovrebbe provocare “scossoni” troppo pesanti.
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