Sta facendo discutere il contenuto della legge di bilancio approvata dal Governo Meloni a proposito del cosiddetto dimensionamento scolastico. La misura contenuta nel documento, all’articolo 99, a quanto pare, provocherà la chiusura di circa 700 scuole. Da qui numerosissimi attacchi al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Quest’ultimo ha difeso i nuovi provvedimenti in un’intervista a La Stampa.
Autonomia scolastica, varia la soglia di studenti iscritti
Valditara ha spiegato perchè si è intervenuti sulla quota minima di studenti iscritti affinché un istituto possa godere di autonomia. Nella legge di bilancio è previsto un numero minimo di 900 alunni. Per arrivare a questa soglia sarà così necessario, in molti casi, accorpare più scuole. Il motivo? Tutto nasce dall’esigenza di adeguarsi a quanto prevede il Pnrr per l’erogazione di fondi. Secondo il ministro occorre “adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca con l’obiettivo di armonizzare la distribuzione delle Istituzioni
scolastiche a livello regionale con l’andamento della denatalità”.
Le scelte del ministro, quindi, “vanno nella doppia direzione di mitigare gli effetti delle normative precedenti e di osservare i vincoli dell’Europa in attuazione del Pnrr: non si può essere europeisti a corrente alternata, solo quando
non costa alcuno sforzo”, ha detto.
Per Valditara occorre essere in linea con l’Europa
Valditara ha criticato l’operato dei suoi predecessori, Lucia Azzolina e Patrizio Bianchi, che hanno agito verso l’abbassamento della soglia degli studenti a 500. “Hanno illuso il mondo della scuola, facendo credere che si potessero creare nuove istituzioni scolastiche, ma facendosene carico per soli tre anni. Scaduta quella disciplina temporanea e transitoria, oggi in contrasto con il Pnrr, se non fossimo intervenuti si sarebbe arrivati a una disciplina più penalizzante per ben 90 posizioni di dirigente scolastico e direttore amministrativo”.
“A differenza di quanto è accaduto nel passato, i risparmi realizzati attraverso queste razionalizzazioni volute dall’Ue all’interno del Pnrr non andranno al ministero del Tesoro ma rimarranno all’istruzione, saranno utilizzate per finanziare il Fondo unico nazionale dei dirigenti scolastici”, ha concluso Giuseppe Valditara.