Sul successore di Lorenzo Fioramonti al Miur, l’unica certezza è che sarà un “grillino”: il candidato numero uno rimane il filosofo giustizialista Nicola Morra, oggi presidente Antimafia; rimangono buone anche le chance della sottosegretaria all’Istruzione Lucia Azzolina, che aveva fatto parlare di sé anche alla vigilia di Natale, in occasione delle forti critiche, con tanto di minacce, a seguito dell’approvazione finale del decreto scuola di cui si è fatta porta bandiera tra i ‘grillini’ e a nome del Governo.
Il 27 dicembre, nella lista dei papabili post-Fioramonti è entrato anche l’on. Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura alla Camera. Lui stesso, in un’intervista a Repubblica, dice: “Sono a disposizione del presidente Conte, sia che voglia che io resti a fare quello che faccio, sia per un altro incarico”, comunque, “non mi tirerei indietro”.
La decisione di Fioramonti non lo trova contrariato: “Non partecipo al tiro al bersaglio, è una persona che ha fatto una scelta di ideali per invitare tutti a riflettere”.
Sulla volontà di lasciare il M5S, invece, ha invece da ridire: “Uscire dal Movimento è sbagliato. Questi dell’istruzione sono i nostri temi, un docente su tre ci ha votato nel 2018. La gente ci ha chiesto di cambiare le cose. Ho condiviso molte battaglie di Lorenzo, lo stimo, tuttavia resterei per fare la differenza dentro al governo”.
Le possibilità che l’onorevole Luigi Gallo possa arrivare alla poltrona più importante di viale Trastevere non sono poi così remote: soprattutto se il leader politico pentastellato Luigi di Maio decidesse di collocarlo al Miur per placare le richieste interne dei “fichiani”.
Tra i nomi dei pentastellati che circolano, seppure al momento con meno possibilità, troviamo anche la senatrice campana e oncologa Maria Domenica Castellone, che si spende per i fondi da assegnare alla ricerca e per fermare la fuga dei «cervelli» all’estero.
Si parla, infine, del chimico siciliano Francesco D’Uva, oggi questore del M5S nell’ufficio di presidenza della Camera.
Comunque vada, per la Lega si tratterebbe di un vero disastro: i “grillini”, sostiene il senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile Istruzione del partito, “fuori Fioramonti, il vero problema del M5S è che per l’Istruzione non dispone di figure con le necessarie capacità e adeguata conoscenza dell’articolata macchina ministeriale, che consentano di gestirla in modo adeguato”.
Secondo il leghista, vicino a Salvini, la conferma dell’incapacità dei pentastellati di gestire la macchina scolastica italiana sarebbe nel “decreto Scuola da poco approvato, che invece di risolvere i problemi ne crea di nuovi, alimentando critiche trasversali. Non a caso, nella sua ‘confessione’ l’ex ministro evita di citarlo…”.
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