Come scrive Simona Sidoti, a volte il pensionato è un super eroe: perché dopo una vita di sacrificio si trova a tu per tu con i conti che non tornano, con il costo della vita che schizza verso l’alto e la pensione che resta, salvo eccezioni, piccola e insufficiente.
Se ci guardiamo attorno notiamo tante disparità di trattamento. Le ultime elezioni hanno lasciato a casa diversi politici, alcuni noti e altri meno. Ma tutti con un denominatore comune: certamente non percepiscono pensioni da fame anche con meno di 5 anni di mandato. Qualche esempio? Roberto Castelli riscuote 5.785 € mensili netti. Francesco Rutelli riceve 5.755 € netti. Gianfranco Fini riceve al mese 5.614 € netti. Walter Veltroni 5.373 €. Enzo Bianco 4.990 €. Claudio Scajola 4.656 €. Marcello Pera 4.475 €. Tiziano Treu 4.452 €. Marcello Dell’Utri 4.424 € netti. Lamberto Dini 4.077 €. Antonio Di Pietro 3.702 € netti. Cicciolina 2100 € netti.
Intanto sull’altra sponda del fiume osserviamo il corteo dei Quota 96, di coloro che (anche dopo quasi 40 anni di lavoro) non possono andare in pensione. Come si legge sul sito ufficiale della Camera, il 31 ottobre con la convocazione della XI Commissione il Comitato ristretto discuterà della modifica alla normativa in materia di requisiti di accesso al trattamento pensionistico per il personale della scuola (C. 249 Ghizzoni e C. 1186 Marzana). L’ora della verità si avvicina? Forse. Anche perché il 19 novembre arriverà anche la sentenza della Corte Costituzionale su un caso singolo che potrebbe divenire di importanza notevole per tutta la categoria dei “Quotati”.
Oggi le istituzioni devono tenere ben a mente che al rischio economico si è sovrapposto quello politico per via della maggiore longevità dei cittadini. Gli aggiustamenti pensionistici vanno realizzati da subito perché l’età media dei cittadini votanti passerà da 44 a circa 55 anni nel 2060. Perciò, l’opportunità di ulteriori aggiustamenti si rende necessaria dato il potere elettorale crescente dei pensionati. Andrebbe studiato meglio il meccanismo di solidarietà e ridisegnato il sistema pensionistico su 3 pilastri: con precise condizioni di accesso (anzianità e contribuzione); migliorando il sistema contributivo obbligatorio; con i fondi pensione di natura volontaria.
La durissima riforma Fornero rischia di non bastare. Dato che non ci lasciamo mancare nulla, per i primi otto mesi di quest’anno, si parla di un nuovo crollo delle entrate contributive. Sembra esserci un nuovo buco nelle pensioni, una voragine di 2 miliardi di euro.
Ma…”ad oggi non si registrano né problemi, né criticità, anzi c’è un sistema che da un punto di vista finanziario sta reggendo”. Detto dal presidente dell’Inps Mastrapasqua non può che tranquillizzarci! E’ l’uomo dei record. Siede su decine di poltrone dorate, tra le più importanti del nostro Paese.
Ieri Papa Bergoglio, citando il Documento di Aparecida (Brasile, 2007), ha detto: “I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro vita”. Vaticano e Parlamento italiano sono a Roma, ma li divide il fiume e altro ancora.
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