L’uso spasmodico dello smartphone sta andando oltre l’immaginazione: secondo l’Associazione Di.Te, oltre il 50% dei ragazzi tra i 15 e i 20 anni ha una dipendenza tale dallo strumento di comunicazione al punto che la media di accensione, per controllare l’arrivo di messaggi dai social o per verificare informazioni di vario genere, supera le 70 volte al giorno.
Si controlla fino a 110 volte al giorno
Se, invece, si analizzano i singoli casi, non sono pochi gli under 20 che arrivano a controllare in media lo smartphone anche 110 volte al giorno. Significa che se il ragazzo è attivo per 16 ore, escludendo quindi il tempo dedicato al sonno, si controlla il proprio telefono “cellulare” sette volte l’ora, quindi circa ogni 8 minuti.
La dipendenza è tale che è sempre più alto il numero di studenti che presenta problemi nel ritagliarsi una pausa dallo smartphone.
A scuola sta diventando sempre più un problema. Così gli istituti sono costretti a passare alle maniere forti: in alcuni casi, ci si è organizzati per farseli consegnare all’entrata e per tenerli spenti anche a ricreazione. Il divieto riguarda tutti i locali: anche i laboratori e la palestra.
Il caso di Faenza
È quanto deciso dagli organi collegiali dell’Istituto Tecnico “Oriani” di Faenza, in provincia di Ravenna, dove con l’ultimo aggiornamento del regolamento di istituto, si è deciso di adottare la norma che in Francia, da oltre un anno, è diventata legge dello Stato transalpino.
Nella scuola di Faenza, l’inizio delle lezioni coincide quotidianamente con il deposito degli smartphone e degli altri apparecchi elettronici in apposite custodie, sorvegliate da docenti e alunni fino al termine della giornata.
Fa bene alla salute
Dalla scuola superiore del ravennate si spiega che tutti sono d’accordo con la decisione, ad iniziare dal dirigente scolastico, Fabio Gramellini, che parla di “una scelta fondamentale per il benessere e la salute degli studenti, che rientra a pieno titolo nel regolamento della scuola nel contesto dell’autonomia didattica”.
La deroga: l’uso per motivi didattici
La decisione è arrivata dopo un mese di sperimentazione. E anche sulla base delle esperienze degli altri anni scolastici, quando il mancato utilizzo dello smartphone ha riguardato solo una parte dell’orario delle lezioni.
L’unica deroga possibile, da quest’anno, sempre nell’istituto di Faenza, è legata alla richiesta del docente, il quale motiva l’utilizzo del telefono cellulare, con apposita domanda, per favorire la didattica.