Ancora buone notizie per i diplomati nella scuola magistrale che hanno instaurato una battaglia legale per farsi riconoscere il titolo come abilitante.
Negli ultimi mesi avevamo assistito a esiti dei tribunali contraddittori: dopo le pronunce rese in fase di procedura d’urgenza da svariati giudici del lavoro in ordine alle istanze di inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti in possesso di diploma magistrale, si registrano infatti ora le prime sentenze che definiscono nel merito i giudizi pendenti.
In particolare, con sentenza del 7 novembre scorso, il giudice del lavoro del Tribunale di Siena, ripercorrendo in maniera molto approfondita la vicenda, ha ritenuto condivisibili le istanze di due docenti in possesso di diploma magistrale abilitante difese dall’avvocato Dino Caudullo.
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In particolare, superando una delle principali obiezioni opposte in giudizio dall’Amministrazione scolastica, e recepita da alcune pronunce giurisprudenziali, ovvero che i diplomati sarebbero in ogni caso decaduti dalla possibilità di rivendicare il diritto di inserimento nelle GaE, il Tribunale di Siena ha rilevato che “deve e può affermarsi che un diritto, … già sussistente, possa restare quiescente, addormentato nel bosco della selva normativa, in attesa, in stand by, e ciò, essenzialmente, non per inerzia del titolare, ma in forza di una indiscussa, granitica prassi di misconoscimento attuata dalla pubblica amministrazione, nella specie scolastica, quindi da un potere pubblico, che autoritativamente nemmeno consentiva, proprio materialmente (attesa la notoria impossibilità del necessario accesso telematico per la categoria) la presentazione della domanda, nessuna decadenza, pertanto, potendo ritenersi operante. Pur non versandosi certamente in un caso di impedimento per forza maggiore, si impone comunque una interpretazione costituzionalmente orientata della disciplina e l’inoperatività di qualsiasi decadenza”.
Si tratta di una importante pronuncia di merito che, dopo le recentissime ordinanze favorevoli rese dai Tribunali di Pordenone e di Ascoli Piceno in sede di reclamo, si inserisce in un filone giurisprudenziale che dà qualche speranza in più alle legittime istanze dei diplomati magistrale.
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