Si è chiusa intorno alle 11.40 l’udienza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato chiamata a dirimere la controversa questione dell’inserimento dei diplomati magistrali – ante 2002 – nelle GaE.
Ora c’è da attendere la pronuncia del massimo consesso della Giustizia Amministrativa che potrebbe arrivare non prima di quindici giorni, ma al massimo entro un mese.
Dodici gli avvocati dei ricorrenti che a turno hanno illustrato le ragioni di un ricorso che se accettato coinvolgerebbe potenzialmente circa 190.000 persone. Ovvero i diplomati magistrale inseriti nella II fascia delle graduatorie di istituto in virtù del possesso di detto titolo di studio, oltre ai docenti precari già inseriti in Gae, in virtù di provvedimenti giurisdizionali del Giudice amministrativo (circa 5.473). Due invece i legali degli opponenti, oltre al team dell’avvocatura di Stato, per contro del Miur, che hanno ovviamente chiesto il rigetto delle istanze.
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Affrontati tutti i punti più delicati della questione: dal blocco delle graduatorie ad esaurimento disposto dalla legge Finanziaria del 2007, all’impugnazione del Decreto Ministeriale 235 del 2014, alla sentenza del consiglio di stato del 2015.
Gli scenari, come ampiamente trattato in precedenza, sono vari: alcuni diplomati hanno ottenuto già il ruolo con riserva, altri invece hanno avuto l’accantonamento del posto, mentre altri ancora stentano invece a farsi riconoscere il diritto a partecipare alle procedure per il ruolo.
Senza considerare coloro che erano già nelle Gae, i precari storici, che rischiano di vedersi scavalcati da chi ha meno titoli ed esperienza. Il tema è molto delicato e l’unica cosa che appare davvero certa è la valanga di ricorsi che in un caso o nell’altro arriverà dopo la sentenza.