Oggi, mercoledì 15 novembre, è prevista l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, che è chiamata a decidere sulle sorti dei diplomati magistrali. I docenti che vogliono farsi riconoscere il titolo abilitante per l’insegnamento, ovvero il diploma magistrale ante 2001/2002, saranno complessivamente circa 181.426.
Come riportato anche in precedenza, ad attendere il verdetto con il fiato sospeso ormai da molti mesi sono i diplomati magistrale inseriti nella II fascia delle graduatorie di istituto (dato riferito al mese di agosto 2016), a cui bisogna aggiungere i docenti precari già inseriti in Gae, in virtù di provvedimenti giurisdizionali del Giudice amministrativo, il cui numero si attesterebbe sui 5.473 docenti (dato sempre riferito al mese di agosto 2016).
Ad ogni modo, lo scenario davanti ai giudici del Consiglio di Stato è comunque piuttosto vario: c’è chi ha ottenuto l’immissione in ruolo con riserva, ed altri che invece hanno avuto l’accantonamento del posto, mentre altri ancora stentano invece a farsi riconoscere il diritto a partecipare alle procedure per il ruolo.
L’Adunanza si svolgerà oggi, 15 novembre, ma non si conoscono i tempi di comunicazione del verdetto, che può andare da qualche giorno fino a 45 giorni, anche se è parere piuttosto uniforme ritenere che tale comunicazione potrebbe arrivare in tempi brevi e successivamente rendere note le motivazioni.
Come riportato altre volte, i dubbi della VI sezione del Consiglio di Stato, riguardano principalmente la legittimità di consolidare un orientamento che ritenesse legittimo l’inserimento tardivo in graduatoria di aspiranti docenti per effetto del possesso di un mero titolo di studio e senza una vera e propria esperienza di insegnamento alle spalle.
Altra questione importante da capire è quella relativa a chi non ha presentato ricorso: qualora il giudice desse ragione ai ricorrenti, non è affatto certo che il parere favorevole possa essere utile a far entrare nelle GaE anche tutti coloro che hanno un diploma magistrale ma non hanno presentato formale ricorso, puntando invece solo ai ricorrenti.
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