E’ arrivata la sentenza definitiva del Consiglio di Stato in merito al titolo di diploma magistrale linguistico, che ne riconosce il valore abilitante, opponendosi quindi alla lettura del TAR Lazio, che invece aveva rigettato la tesi dei ricorrenti e negato l’inserimento di questi docenti in seconda fascia delle graduatorie di istituto.
La contesa con il TAR Lazio
Si tratta del primo riconoscimento in assoluto verso questa categoria di docenti, scrive l’avvocato Santi Delia, ottenuta attraverso un’azione collettiva in cui il Consiglio di Stato si è pronunciato con sentenza definitiva.
Il decreto del MIUR, quindi, è stato definitivamente annullato in quanto i giudici di Palazzo Spada hanno chiarito che “la sperimentazione scolastica, intesa come ricerca e realizzazione di innovazioni degli ordinamenti e delle strutture, è stata autorizzata ed attuata dall’Istituto magistrale (…)in vista del nuovo assetto dell’istruzione elementare, nel cui ordinamento didattico è ora compreso l’insegnamento della lingua straniera, e della formazione (anche a livello universitario) degli insegnanti elementari, tanto è che entrambi i corsi di sperimentazione (quello ad indirizzo linguistico e quello ad indirizzo pedagogico) tenuti in contemporanea dal medesimo Istituto, sono stati articolati in cinque anni di studio, con possibilità di accesso, a conclusione del ciclo, a tutte le facoltà universitarie”;
La sentenza del Consiglio di Stato
Pertanto, l’equiparazione tra il diploma magistrale e il diploma di maturità linguistica rilasciati al termine di corso quinquennale, «appare conforme pure al nuovo assetto ordinamentale della scuola elementare, ove si consideri che l’insegnamento della lingua straniera è ricompreso negli ordinari programmi didattici» (Consiglio di Stato, sez. VI, 3 dicembre 2009, n. 7550; Id., sez. VI, 21 novembre 2016, n. 4850).
Una buona notizia per i docenti che possiedono il diploma magistrale ad indirizzo linguistico e che adesso invece, grazie alla sentenza definitiva del Consiglio di Stato, possono aspirare ad entrare in seconda fascia di istituto, quella riservata agli abilitati.