Il coordinamento Scienze della formazione primaria ha lanciato la campagna #scemochisilaurea, provocatoriamente per denunciare la situazione dei laureati, che vengono scavalcati dai diplomati per l’insegnamento.
“Ma a che ti serve la laurea?” Una domanda frequente ormai, si legge sul comunicato del movimento, uno sfottò, una presa in giro verso rinunce, sacrifici e abnegazione. Qualcuno decide addirittura di omettere il titolo di studi per avere più chance lavorative. Ma perché? Una laurea è un universo culturale inimmaginabile, un’apertura mentale differente, maggiori competenze da poter spendere nel mondo. Scegliere un laureato significa puntare sul futuro, riconoscere il merito della conoscenza e credere nell’importanza della formazione.
Una laurea varrà sempre più di un diploma, continua il movimento, specialmente nel mondo del lavoro e da oggi nessuno dovrà dir più #scemochisilaurea perché si merita questa risposta: “Scemo sarai tu che non ci provi neanche!”
Questa campagna è promossa da laureati che da qualche anno vengono superati da diplomati per l’insegnamento nelle scuole, ma che nonostante tutto continuano a credere e sostenere la formazione universitaria.
Il riferimento è ai diplomati magistrali, ad esempio, che in attesa dell’Adunanza Plenaria del 15 novembre, si trovano da qualche anno in cattedra, tramite l’inserimento cautelare in GaE.
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