E’ stata pubblicata in questi giorni, a cura del Ministero dell’Economia, la “Relazione economica sulla situazione economica del Paese” riferita all’anno 2008.
Un breve capitolo è dedicato anche a scuola e università.
Il documento peraltro evidenzia dati già ampiamente noti ma sembra contenere anche qualche imprecisione di non poco conto.
A proposito della dinamica degli organici si legge che “nell’anno 2008 hanno cominciato a dispiegarsi gli effetti delle misure introdotte con la Finanziaria 2008 (legge n. 244/2007), ed in particolare la prevista riduzione degli organici che, attraverso un piano triennale che ha preso l’avvio dall’a.s. 2008/2009, porterà ad una diminuzione di circa 11.000 posti (docenti e ATA) l’anno”.
La relazione trascura però di dire che la legge 133 del 2008 introduce meccanismi di revisione degli organici che vanno ben al di là degli 11mila posti in meno all’anno.
Stupisce poi lì affermazione secondo la quale “sempre con l’a.s. 2008/2009 vi è un
ridimensionamento del numero dei posti degli insegnanti di sostegno”, dal momento che con la legge finanziaria per il 2008 il contingente di tali posti è stato bloccato e nessuna riduzione complessiva a livello nazionale è stata effettuata.
Il documento del Ministero dell’Economia si sofferma poi ad elencare alcuni provvedimenti “di natura settoriale” che sono stati assunti nel corso del 2008: bandi di concorso per il reclutamento dei dirigenti tecnici (ispettori), immissioni in ruolo per 25mila docenti e 7mila personale ATA, tetti massimi di spesa per i libri di testo, rifinanziamento del progetto sperimentale per i bambini di 2/3 anni.
Poche righe, infine, sono riferite agli alunni.
Si parla di un “leggero aumento delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia e primaria”, di “flessione della scuola secondaria di primo grado” e di “dinamismo – anche se più contenuto rispetto al passato – della secondaria di secondo grado”.
Preoccupante (ma non si tratta di una novità) il dato sui diplomati che scendono da 499mila a 446mila, portando al 73,8% la quota di diplomati su 100 coetanei (con una discesa di 3,8 punti percentuali), “mentre – sottolinea il Rapporto – viene confermato, con un lieve aumento, il tasso di proseguimento all’università, pari al 68,7%, che non ferma la continua diminuzione del rapporto delle immatricolazioni sulla classe dei coetanei (50,7%)”.