In un momento in cui non è ben chiaro l’iter per l’acquisizione dell’abilitazione alla docenza, la scelta del Tar di accettare la richiesta da parte dei diplomati Itp, senza prevedere per loro un corso abilitante, come invece è attualmente previsto per il resto dei docenti di III Fascia con laurea, sembra l’ennesimo duro colpo ad una categoria che da anni sta soffrendo in prima persona a causa di una politica sbagliata, poco rispettosa delpercorso di studi, dell’esperienza e del merito.
Oggi, la laurea in Italia non è più considerata come dovrebbe, le competenze di chi ha studiato sono messe sempre più in discussione. Chi cerca di intraprendere un iter lavorativo si trova sempre più in difficoltà, a causa dei lunghi percorsi, mai sufficienti, per acquisire sempre nuove competenze. Per questi motivi,abilitare alla docenza, esclusivamente con un diploma, assumendo personale con nessuna esperienza, appare assolutamente anacronistico e inaccettabile. Le competenze acquisite nel corso degli anni, esperienza diretta con le classi, con gli studenti e con l’ambiente scolastico sono poco considerate. Chi, in III Fascia, ha cercato di seguire un percorso serio nella scuola ha incontrato sempre più ostacoli. Pochi concorsi pubblici,con migliaia di aspiranti, continue proposte di acquisizione dei crediti CFU, tramite pagamento di tasse universitarie per singoli esami, oppure presso istituti privati accreditati, oltre alla volontà del Miur, come scritto sul decreto, di sottoporre i docenti, per altro già con incarichi a tempo determinato, ad ulteriori tre anni di tirocinio sottopagati, hanno reso estremamente complicatal’acquisizione dell’abilitazione.
Diretta conseguenza di tutto questo è la situazione che va delineandosinella scuola nell’ambito delsostegno. L’inserimento senza appello in seconda fascia di personale non qualificato, con nessuna esperienza nell’insegnamento e anche con un percorso di studi breve, rischia di compromettere ancora di più la situazione, già in grave difficoltà per la mancanza di docenti specializzati.
In questa condizione di precarietà, gli insegnanti di III Fascia si sono visti barbaramente scavalcati da neo-docenti, abilitati per ricorso, creando una situazione impari nel mondo lavorativo scolastico.
La qualifica di docente dovrebbe essere acquisita tramite altri percorsi, di cui, come detto, ha grande importanza l’esperienza di insegnamento. Essere insegnanti è una cosa seria, il valore di questo lavoro nella nostra società deve acquisire nuovamente l’importanza che giànelle culture antiche aveva chi era capace di tramandare cultura e sapere. La scuola non può essere considerata come il luogo dove vengono scaricati i problemi della disoccupazione.
Abbiamo bisogno di un percorso più chiaro per l’abilitazione, un riconoscimento più sostanziale dei titoli acquisiti negli anni con sacrificio, vogliamo pari opportunità!
di Nestore Ciaramelletti
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