Egregio Signor Ministro Bussetti, desidero porre alla cortese attenzione della S. V. la situazione delle migliaia di diplomati magistrali per gli effetti della sentenza n. 11 del Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria, depositata il 20 dicembre 2017, la quale nega a quei docenti l’inserimento nelle graduatorie a esaurimento, ribaltando il giudicato definitivo emesso tanto dallo stesso Organo costituzionale, nonché dal Giudice del Lavoro.
Alla luce della sentenza del Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria e del parere dell’Avvocatura dello Stato del 20 aprile 2018 sulle modalità di interpretazione e di esecuzione di tale sentenza, è venuta a determinarsi una situazione fortemente discriminatoria che può essere sintetizzata: i diplomati magistrali con sentenza definitiva favorevole sono inseriti a pieno titolo nelle graduatorie a esaurimento, mentre altri, pur in possesso del medesimo titolo, ma che hanno ottenuto sentenze cautelari, sono esclusi.
Non spetta a me entrare nel merito della sentenza; tuttavia ritengo che sia giunto il momento di ripensare l’imparzialità della giustizia nel nostro Paese.
Nella logica proposizionale, una proposizione è “vera” o è “falsa”. Sicché, diversamente opinando, non avrebbe ragione di esistere uno dei punti cardini della nostra Carta Costituzionale, che offre come chiave di lettura il principio di uguaglianza; principio che non può essere sovvertito o modificato nel suo contenuto essenziale.
Preoccupa, e non poco, l’immobilismo delle istituzioni sulla disparità di trattamento tra docenti che versano nella medesima situazione sostanziale.
Pertanto, in coerenza con i principi Costituzionali della corretta Amministrazione, del buon andamento e dell’imparzialità, posti a fondamento della nostra Repubblica democratica, si pone con forza la necessità di una revisione di una disposizione, come quella cui qui si parla, tanto ingiusta, quanto illogica, incomprensibile, discriminante.
Il mancato verificarsi di un urgente atto riparatorio, sarebbe disastroso per la credibilità delle istituzioni e della Democrazia.
Certo e grato dell’attenzione ricevuta, porgo distinti ossequi.
Donato Nigro D’Adamo
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