Dopo un travagliato iter giudiziario, il Consiglio di Stato, nel mese di novembre, aveva definitivamente confermato le ragioni degli insegnanti a seguito della richiesta di chiarimenti proposta dal Miur ribadendo “la necessità non solo dell’inserimento in GAE ma anche della possibilità di stipulare contratti a tempo determinato e indeterminato per i ricorrenti” spiegano i due legali Michele Bonetti e Santi Delia, impegnati con le associazioni ADIDA e LA VOCE DEI GIUSTI.
Il Miur, quindi, è stato commissariato e il dirigente nominato dal Consiglio di Stato ha scritto a tutti gli Uffici scolastici d’Italia ordinando, in sostanza, di assumere i 3000 precari, difesi dagli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, che avevano vinto la causa.
Nonostante, secondo lo stesso Commissario, l’ordinanza n. 5219 “fornisce importanti chiarimenti finalizzati alla corretta esecuzione dell’ordinanza n. 1089/15“, gli Usp, per oltre 2 mesi, non hanno provveduto “a stipulare con gli appellanti contratti a tempo determinato nonché contratti a tempo indeterminato limitatamente ai posti eventualmente ancora disponibili in esito alle operazioni del predetto piano straordinario” costringendo il Commissario ad insediarsi imponendo termini strettissimi per l’assegnazione dei ruoli. Proprio entro oggi, 4 febbraio 2016, tutti gli USP dovranno provvedere “alla ricognizione dei posti disponibili ed alla stipula dei contratti a tempo indeterminato e determinato con i ricorrenti collocati in posizione utile in graduatoria”.
Anche i pochi ricorrenti non ancora assunti, come aveva già chiarito il Consiglio di Stato, avranno diritto a “piena tutela” che “sarà loro somministrata dall’anno scolastico successivo in poi”.
Per gli Avvocati Santi Delia e Michele Bonetti “si tratta di un momento storico giacchè mai un precario con diploma magistrale, aveva ottenuto il posto in ruolo in questa fase cautelare di processi giudiziali così complessi. Un lavoro davvero estenuante cominciato al fianco di oltre 3000 diplomati magistrale nel giugno del 2014 e terminato oggi con la stipula dei contratti”.
“Non nascondiamo, concludono i legali, che c’è anche una certa emozione nel vedere i nostri insegnanti piangere di gioia prendendo in mano il loro contratto a tempo indeterminato dopo anche dieci anni di precariato”.